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7 GIUGNO

Oggi, ma nel 1998, a Milano, Marco Pantani, della Mercatone uno, di 28 anni, vinceva l’edizione numero 81 del Giro d’Italia di ciclismo, dopo aver percorso 3811,6 chilometri. Il “Pirata” tagliava per primo il traguardo della manifestazione, iniziata il 16 maggio precedente, davanti a Pavel Tonkov, della Mapei, che giungeva secondo, e a Giuseppe Guerini, del team Polti, che arrivava terzo. Il romagnolo aveva fatto sue due tappe, quella del 30 maggio, la numero 14, di 165 chilometri, Schio-Piandicavallo, e quella del 4 giugno, la numero 19, Cavarese-Pian di Montecampione, di 243 chilometri.

Aveva indossato la maglia rosa per 6 giornate (nella foto, particolare). Il 2 agosto successivo, a Parigi, salirà sul gradino più alto anche del Tour de France, dopo 3728,1 chilometri e 21 tappe. Alzerà le braccia al cielo davanti al tedesco Jan Ullrich, secondo classificato, e allo statunitense Bobby Julich, terzo. Sarà l’italiano in grado di centrare l’accoppiata delle corse “rosa” e “gialla” nello stesso anno, dopo l’impresa di Fausto Coppi, nel 1949, poi ripetuta anche nel 1952.

Pantani morirà in condizioni controverse, che lasceranno spazio anche all’ipotesi omicidio, per assunzione massiccia di cocaina e di antidepressivi, con conseguente edema sia polmonare che cerebrale, a Rimini, il 14 febbraio 2004, a 34 anni. Passato professionista nel 1992, con la Carrera jeans, si era messo in luce, il 4 giugno 1994, in occasione del Giro numero 77, nella 14ª tappa, da Lienz, in Austria, a Merano, di 235 chilometri, suo primo trionfo tra i “pro”. In quell’occasione era, inaspettatamente, scattato prima del Passo di Monte Giovo, di 2094 metri sul livello del mare, staccando pure il russo Evgenij Berzin, in maglia rosa dal 25 maggio precedente. Poi Pantani aveva affrontato la picchiata verso l’arrivo, assumendo la posizione super aerodinamica, lanciata dal sovietico Dmitrij Konyšev, nel LXII campionato del mondo su strada di Chambery del 27 agosto 1989. Il giorno dopo, 5 giugno ’94, il “Panta” aveva spettacolarmente attaccato e primeggiato nella frazione numero 15, Merano-Aprica, di 188 chilometri, che prevedeva le scalate dei passi dello Stelvio, del Mortirolo e di Santa Cristina.