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7 ottobre

Oggi, ma nel 1970, a Tripoli, Mu'ammar Gheddafi, presidente del Consiglio rivoluzionario di Libia, istituiva la “Giornata della vendetta”, iniziativa annuale volta a ricordare l’espulsione di 20mila italiani che erano giunti su suolo libico quando “lo scatolone di sabbia” era colonia del Belpaese, ovvero dal 4 ottobre 1911 al 10 febbraio 1947, e la confisca dei loro beni, complessivamente 400 miliardi di lire, 200 in immobili e altrettanti in depositi bancari ed attività imprenditoriali (nella foto, particolare, l’annuncio nel titolo d’apertura sulla prima pagina del settimanale “Giornale di Tripoli”, del 25 ottobre 1970). In occasione del 7 ottobre 1973 verrà smantellato anche l’arco dei Fileni, che era stato inaugurato, il 16 marzo 1937, ed era ritenuto simbolo della presenza militare italiana in Libia poiché voluto, a Ras Lanuf, sulla via Balbia, da Italo Balbo, governatore fascista della Libia, dall’1 gennaio 1934 al 28 giugno 1940. La conquista, dal 29 settembre 1911 al 18 ottobre 1912, e la riconquista, dal 26 gennaio 1922 al 24 gennaio 1932, della Libia era costata complessivamente la vita di 100mila libici sulla popolazione di 800mila persone.

La ricorrenza del 7 ottobre resisterà fino al 2008, con l’eccezione del 2004, in occasione del viaggio ufficiale del presidente del consiglio dei ministri italiano Silvio Berlusconi, di Forza Italia. Solo in quella circostanza verrà trasformata in “Giornata dell’amicizia italo-libica”. Ma già dall’anno successivo, a causa di presunte inadempienze italiche, tornerà ad essere la data intitolata all’odio per gli antichi usurpatori giunti per conquistare la “quarta sponda”.

Poi, il 30 agosto 2008, arriverà il Trattato di Bengasi, che verrà firmato tra il Colonnello e il Cavaliere, che ratificherà le pregresse intenzioni del dittatore di sviluppare rapporti di cordialità con Roma. In virtù degli accordi, il 10 giugno 2009, avverrà la prima sortita di Gheddafi nella Città eterna. Visita che non sarà scevra da polemiche e contestazioni, da entrambi i lati, a cominciare dalla polemica foto di ʿOmar al-Mukhtār, capo della resistenza anti italiana, impiccato a Soluch il 16 settembre 1931, davanti ai suoi Mujāhidīn, i guerriglieri sacri, e 20mila berberi, assurto ad eroe nazionale, appuntata sulla divisa del controverso leader libico durante la visita al Quirinale al cospetto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.