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7 settembre

Oggi, ma nel 1958, a Monza, in occasione del XXIX Gran premio d'Italia di Formula Uno di automobilismo, che era la decima gara del campionato del mondo di quell'anno, nonché la penultima prova per l'assegnazione del riconoscimento di campione del mondo, la Ferrari si piazzava seconda, con l'inglese Mike Hawthorn (nella foto, al centro, nella monoposto rossa, prima della partenza, tra le due Vanwall VW5 verde british di Tony Brooks, col numero 30, e di Stuart Lewis-Evans, col contrassegno 28).

La prima piazza era del britannico Brooks, ma i 6 punti guadagnati nei 70 giri lungo i 402 chilometri del circuito nazionale dall'accoppiata Hawthorn/F Dino 246, aprivano la via, con i 40 punti totali in classifica generale, davanti al connazionale Stirling Moss con 32, alla conquista del primo titolo iridato da parte di un suddito del Regno unito. Su vettura italiana rimasta punta di diamante del panorama motoristico del Belpaese dopo la scomparsa della scuderia Alfa Romeo dai box più importanti.

Nella sfida di chiusura di quella stagione agonistica, che si disputerà in Marocco, sul tracciato cittadino di Ain Diab, a Casablanca, il 19 ottobre successivo, il pilota Uk, classe 1929, di Mexborough, nel South Yorkshire -noto per la sua guida estremamente tecnica, oltre che per l'eleganza nell'abbigliamento, secondo i canoni tipicamente d'oltremanica- taglierà il traguardo, al termine dei 53 giri previsti, pari a 403 chilometri, ancora una volta in seconda posizione. Arriverà a ruota di Moss, laureandosi numero uno del globo, con 42 punti, seguito da Moss, a 41.

La scuderia del Drake concluderà, dietro la Vanwall, la scalata planetaria dei costruttori come seconda. Il Gp marocchino sarà anche l'ultimo che vedrà Hawthorn al volante di una macchina di F1. Ritiratosi dalle competizioni ufficiali -essendo stato profondamente influenzato dal decesso, il 3 agosto 1958, del suo connazionale, compagno di squadra e amico, Peter Collins, avvenuta, su Ferrari Dino 246, durante il Gp di Germania, a Nurburg, sull'anello del Nurburgring- morirà il 22 gennaio 1959, a Guildford Bypass, nel Surrey. Perirà nell'incidente causato dall'uscita di strada, dovuta alla perdita del controllo della sua Jaguar Mk1 3.4. Presumibilmente stava sfidando, illegalmente, Rob Walker, il figlio del re del whisky Johnnie Walker. "Biancospino", come veniva anche chiamato, dalla traduzione letteraria del suo cognome Hawthorn, era arrivato nella scuderia di Enzo Ferrari nel 1953, a 23 anni.

In quello stesso anno, il 5 luglio, a Reims, su Ferrari 500, aveva strappato all'asso italo-argentino Juan Manuel Fangio, su Maserati A6SSG, la vittoria nel Gp di Francia. Hawthorn aveva anche trionfato, su Jaguar D-Type, nell'edizione della 24 ore di Les Mans dell'11 giugno 1955: quella dell'incidente, considerato il più grave nella storia dell'automobilismo, costato la vita a 83 spettatori e al pilota francese di F1 Pierre Levegh, della scuderia Talbot-Lago, che era in pista su Mercedes Benz 300 Slr.