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8 Novembre

Oggi, ma nel 1917, a Peschiera del Garda, in provincia di Verona, nella palazzina dell'ex scuola elementare, requisita durante il primo conflitto mondiale in corso ed utilizzata come sede di comando di battaglione del regio esercito italiano, avveniva il convegno che ratificava ufficialmente, alla presenza di re Vittorio Emanuele III, le decisioni prese nella conferenza di Rapallo, in provincia di Genova, del 7 novembre precedente, nel Kursaal New Casinò. L'incontro ligure, come poi anche quello veneto, serviva a fare il punto giustificando la sconfitta a ridosso della disfatta militare tricolore di Caporetto, iniziata il 24 ottobre. A Peschiera, tra le file delle delegazioni, erano presenti, per la Francia, soprattutto il presidente del consiglio Paul Painleve, per l'Inghilterra, il premier David Lloyd George, per l'Italia il presidente del consiglio dei ministri Vittorio Emanuele Orlando. Ma la figura determinante del consesso fu quella del sovrano sabaudo (nella foto, particolare della cartolina celebrativa del ventennale dell'assemblea, del 1937), che riuscì, nelle tre ore della riunione, parlando senza interprete anche in inglese e in francese, oltre che in italiano, a trasformare l'Italia da nazione sostanzialmente battuta e abbattuta moralmente a potenza in grado di mantenere ancora la linea di difesa. E infatti, l'anno successivo, ci sarà la vittoria. Il Savoia con la sua dissertazione da monarca-soldato _ sottolineando il ruolo negativo giocato dalla nebbia, che aveva reso difficoltose le operazioni dei soldati, e i problemi di passaggio degli ordini tra le alte gerarchie troppo arroccate e gli inesperti ufficiali di rango inferiore _ si conquistava, quell'8 novembre 1917, anche l'ironico appellativo di "re di Peschiera".

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