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8 SETTEMBRE

Oggi, ma nel 1983, a Verona, all‘Arena, Vasco Rossi, di 31 anni, vinceva l’edizione numero 20 del Festivalbar con “Bollicine”, brano estratto dall’omonimo album, pubblicato dall’etichetta milanese Carosello records, il 14 aprile precedente. Nella kermesse canora organizzata da Vittorio Salvetti e condotta da Claudio Cecchetto (nella foto, particolare, la consegna del riconoscimento), con la partecipazione di Marina Perzy e di Eleonora Brigliadori, trasmessa sul piccolo schermo da Canale 5.

Seconda classificata era Nada Malanima, con “Amore disperato” e sul terzo gradino del podio saliva Anna Oxa, con “Senza di me”. Per la sezione “disco verde”, ovvero lo spazio riservato ai giovani talenti, primeggiava Giovanni Scialpi, con “Rocking rolling”.  Il premio rivelazione veniva assegnato a Renato Abate, alias “Garbo”, con “Generazione”. Il pezzo del rocker di Zocca, con refrain destinati a divenire iconici: «Bevi la Coca Cola che ti fa bene…bevi la Coca Cola che ti fa digerire, con tutte quelle, tutte quelle bollicine […]  Coca Cola si, Coca Cola, a me mi fa morire…».

La canzone diverrà uno dei pezzi di maggior successo nella longeva carriera del “Blasco”. Il riff era stato scritto da Guido Elmi, storico collaboratore dal 1980, che aveva tratto ispirazione da Bette Davis eyes, grande classico pop internazionale, dell’americana Kim Carnes, uscito il 9 marzo 1981, per la Emi, a sua volta basato sull’omonima canzone, interpretata da “Jackie DeShannon”, ovvero la statunitense Sharon Lee Miyers. La classifica nazionale dei 45 giri più venduti nel Belpaese, in quel 1983, per il cantautore modenese, al 31 dicembre successivo, vedrà non figurare “Bollicine”, ma “Vita spericolata”. Quest’ultima, con la musica di Tullio Ferro, perla presentata al 33° Festival di Sanremo, dal 3 al 5 febbraio precedenti, chiuderà al 28° posto ed era la quarta traccia delle otto della raccolta.  Sarà destinata a diventare un vero e proprio inno generazionale per quelli che desidereranno un’esistenza come quella di Steve McQueen.