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9 MAGGIO

Oggi, ma nel 2011, al Passo del Bocco, nella frazione Isola di Borgonovo di Mezzanego, in provincia di Genova, lungo la strada provinciale 26 bis, durante la terza tappa del Giro d’Italia, moriva sul colpo, cadendo in discesa, il ciclista belga Wouter Weylandt, di 27 anni, originario di Gand, della squadra lussemburghese Leopard Trek. Era a 20 chilometri dal traguardo. Il referto dell’autopsia, effettuato dall’anatomopatologo Armando Mannucci, responsabile del Dipartimento di medicina legale dell'Azienda sanitaria locale 4 Chiavari-Rapallo, confermerà che il decesso del corridore con la pettorina numero 108 sia stato determinato da frattura cranio-encefalica.

Secondo la ricostruzione della dinamica dell’incidente letale, verosimilmente Weylandt si sarebbe voltato per controllare la situazione dell’andamento della gara e capire se qualcuno potesse aiutarlo a tirare il gruppo, che stava affrontando, ad una velocità tra i 70 e gli 80 chilometri all’ora, quel tratto di pendenza del 5,5 per cento, a 957 metri sul livello del mare. Era una verifica tecnica in vista del rettilineo finale. Ma sbandando e, riportando repentinamente lo sguardo in avanti sulla propria traiettoria, aveva notato di essere troppo vicino ad un muretto parapetto. La brusca frenata era stata inutile ed aveva urtato contro i mattoni col pedale e con il piede sinistro, venendo catapultato 20 metri più avanti. Ricadendo, l’impatto al suolo, di testa, era stato molto violento. E il casco non era bastato. I soccorsi (nella foto, particolare) erano serviti a poco. L’atleta lasciava la moglie Anne Sophie De Graeve, di 24 anni, che era in dolce attesa della figlia Alizèe, che nascerà l’1 settembre successivo. La carovana a pedali proseguiva e la tappa, a Rapallo, andava allo spagnolo Ángel Vicioso Arcos, della Androni giocattoli.

Verrà, invece, neutralizzata la tappa del giorno successivo, la numero 4, da Quarto dei Mille a Livorno, in segno di lutto. I ciclisti si recheranno prima a Lavagna, dove verrà allestita la camera ardente, a rendere l’ultimo omaggio alla salma dello sfortunato collega. Quindi percorreranno il tragitto, ad andatura turistica, senza che l’organizzazione prendesse tempi né effettuasse aggiornamenti sui punti e sulla classifica generale, lasciando nel finale fare la volata ai compagni di team del defunto, insieme all’amico Tyler Farrar, statunitense della Garmin-Cervelo. Il velocista Weylandt, nella corsa rosa dell’anno precedente, 2010, aveva vinto la terza tappa, il 10 maggio, da Amsterdam a Middelburg, in Olanda, di 224 chilometri. Era professionista dal 2005 e fino alla stagione agonistica precedente aveva fatto parte della società Quick-Step, dove era entrato, come stagista, nel 2004. Il 13 settembre 2005 aveva trionfato al Grand Prix Briek Schotte, a Desselgem, nelle Fiandre occidentali, incassando il suo primo successo da “pro”. Nel luogo della sciagura mortale, in occasione del primo anniversario, nel 2012, verrà eretto il cippo commemorativo.