Caso Lazio e il caso Pop in Abruzzo 20 anni fa

Venti anni fa , nella notte fra il 28 e 29 settembre 1992 _che un cronista si affrettò a storicizzare come la notte di San Michele _ la giunta regionale abruzzese all'epoca guidata da Rocco Salini finì in carcere (detenzione vera, non ai domiciliari) su richiesta del pubblico ministero Fabrizio Tragnone , richiesta accolta dal gip Romolo Como. L'accusa poggiava sul fatto che centinaia di milioni di fondi europei (i piani operativi plurifondo per lo sviluppo socio turistico dell'Abruzzo _ abbreviato Pop) erano stati distribuiti in maniera clientelare in particolare da Dc e Psi agli amici degli amici. Alla fine nessuno degli assessori fu condannato e il solo Salini ebbe una lieve pena ma per un aspetto secondario della vicenda. Oggi a sentire e leggere le vicende che hanno investito il consiglio regionale del Lazio con il benestare (anche se nessuno lo ammetterà mai) della giunta Polverini, si può quasi dire che la politica della prima Repubblica almeno i soldi li distribuiva (anche se il processo non lo provò) anche a una parte del popolo, pur con un occhio (e a volte tutte e due) al proprio interesse elettorale . Nel caso Lazio invece siamo di fronte a ladrocinio puro a proprio solo beneficio economico. Insomma Salini e compagni di fronte a Fiorito e soci erano quasi dei Santi. C'è da rimpiangerli e non è ironia.