Da sapere: i doveri del medico di base

Troppo spesso finisce per essere il dottore “che ci fa le ricette” o quello “che ci manda dallo specialista”, ma il medico di base dovrebbe essere molto di più. È il primo interlocutore tra il paziente e il servizio sanitario, e averne uno di riferimento è obbligatorio.

 

Un ruolo fondamentale, per cui viene retribuito dalla Asl sulla base di un rapporto di convenzione. Ma quali sono i compiti che deve assolvere nei confronti dei pazienti? Quali sono le cose che possiamo chiedergli e a cui deve dare risposta? Dal sindacato dei medici italiani (Smi) ci spiegano che il compito principale del medico di famiglia è “prendere il paziente per mano e accompagnarlo sulla strada d’accesso al servizio sanitario”. È lui che ha le competenze per poter capire i disturbi e definire il modo in cui vanno affrontati: se possono essere risolti in ambulatorio o se è necessario iniziare un percorso diagnostico-terapeutico attraverso il ricorso a specialisti o a indagini.

 
Il medico di base è un libero professionista scelto da ciascun cittadino per garantirsi una prima forma di assistenza, e il suo ruolo è quello di curare la salute dei pazienti nel complesso, conoscere e educare i suoi assistiti ad uno stile di vita ottimale. Per farlo, deve mettere in campo preparazione e aggiornamento professionale, disponibilità e umanità, e ovviamente il proprio tempo e uno studio professionale, aperto per cinque giorni la settimana, di mattina e di pomeriggio (almeno due volte a settimana). L’apertura dell’ambulatorio è rimessa alla sua libera iniziativa, ma il professionista ha l’obbligo di comunicarla alla Asl e di esporre l’orario stabilito nella sala d’attesa o all’entrata. E' poi tenuto a differenziare l’orario dedicato agli informatori scientifici da quello dell’attività ambulatoriale.

 
È importante sapere che il medico di base non è solo colui che compila e fornisce ricette per farmaci o prescrizioni per visite o analisi, ma deve assumere nei riguardi dei cittadini che lo scelgono la responsabilità complessiva sulla tutela della loro salute, con doveri diagnostici, terapeutici, riabilitativi, preventivi, e di educazione sanitaria. I compiti principali, spiegano ancora dallo Smi, sono la diagnosi di patologie semplici (che fortunatamente sono la maggior parte), il recupero funzionale attraverso la prescrizione di una terapia (ad esempio nel caso della rottura di un arto), e poi compiti di prevenzione come le indicazioni sugli stili di vita: convincere le persone a smettere di fumare o a fare attività fisica, dare consigli nutrizionali, indirizzare i cittadini a fare screening per i tumori. Il medico di fiducia deve occuparsi anche della campagna di vaccinazione anti-influenzale, praticando il vaccino. Deve tenere la scheda informatica di ciascun paziente, aggiornata con lo stato di salute, le operazioni e la lista dei farmaci assunti. Se necessario, deve occuparsi di misure palliative come la terapia del dolore. Nel caso in cui le condizioni del paziente siano tali da impedirgli di recarsi nel suo studio, è tenuto ad effettuare visite domiciliari.

 
Per svolgere il proprio lavoro percepisce, per ciascun paziente, una quota fissa di 40,50 euro l’anno, e una variabile in base all’anzianità, che va da 6 a 14 euro. A voi tocca sceglierlo. Per farlo, potete recarvi alla Asl di residenza, muniti di tessera sanitaria, e individuare il nominativo in una lista di medici di zona disponibili.