In ricordo di Mario Lucci

"Giustino, come stai, che si fa all'Aquila". La telefonata di Mario Lucci _ che ci ha lasciato qualche giorno fa a soli 59 anni _ era sempre la prima, al mattino, ad arrivare in redazione. Ho conosciuto Mario tanti anni fa quando mi capitava di andare nella redazione di Avezzano a sostituire lo "storico" caposervizio dell'edizione marsicana del Centro, Nino Motta.
Mario era uno di quei collaboratori che dava tanto e non cercava nulla in cambio. Quando gli chiedevi che notizie aveva, lui rispondeva sempre pronto e pacato con la sua voce particolare che quasi mai riusciva a nascondere l'inflessione dialettale del suo paese, Cerchio. Era capace di tirare fuori, fra cose piccole e grandi, anche tre o quattro articoli al giorno. Ricordo che una volta si presentò in redazione con un foglietto in cui aveva segnato un decina di argomenti da sviluppare. Se gli facevi notare : "Aspetta, fammi vedere come si mette la giornata e poi ci risentiamo" lui non si scomponeva e replicava: "Io intanto detto i pezzi in tipografia poi scegli tu come vuoi". Spaziava su tutto: dalla mini cronaca dei borghi marsicani, alla scuola, allo sport se serviva. Non amava molto occuparsi di politica, era un mondo che gli appariva estraneo. Lui, ex carabiniere, ci teneva a non farsi impelagare in banali polemiche. Qualche tempo dopo il terremoto del 2009 mi chiamò per dirmi della sua solidarietà e vicinanza. Lui ha continuato a scrivere fino alla fine. Con il Centro aveva un rapporto quasi intimo, era il suo giornale e ha contribuito , come ha ricordato Nino Motta, a farlo diventare il primo giornale d'Abruzzo e soprattutto il primo nella Marsica terra difficile dal punto di vista della penetrazione del nostro quotidiano fra i lettori, il mercato infatti era dominato, venti anni fa, dal quotidiano romano Il Tempo. Lucci ci ha lasciato troppo presto, tanto avrebbe ancora potuto dare alla sua famiglia, che ha sempre messo al primo posto, e al Centro. Ci resta la figura di un uomo buono, integro, onesto. Capace di raccontare la sua gente e i suoi luoghi in punta di penna senza cercare lo scoop a tutti i costi. Ciao Mario, mancherai a tutti noi.