TURNO DI NOTTE

Quegli arcobaleni contro la disperazione

Chissà cosa ricorderanno di questi giorni del virus i bambini che disegnano arcobaleni. Affidano la loro speranza contro un pericolo che non capiscono ai colori del simbolo della serenità e poi esibiscono i loro piccoli quadri sui balconi di casa o nelle foto che i loro genitori postano sui social.

Se conserveranno queste immagini, capiterà loro di guardarle da grandi e di chiedersi ciò che noi adulti ci domandiamo mentre li guardiamo chini sui fogli a tracciare quelle parabole della felicità, senza un briciolo della paura che ha trasformato la nostra vita in un punto interrogativo senza colori.

Da qualche parte sopra l’arcobaleno, cantava Judy Garland nel Mago di Oz, «c’è una terra di cui una volta ho sentito parlare in una ninna nanna». È il posto dei sogni che in giorni normali crescono nel futuro. Gli arcobaleni disegnati dai bambini esorcizzano la paura più grande che ci visita in queste ore, quella che i sogni possano appartenere al regno del passato più che dell’avvenire. Ma alla tentazione della disperazione dobbiamo contrapporre la paolina «speranza contro ogni speranza». O, se preferite, il sogno della Dorothy del Mago di Oz, che fa così: «Da qualche parte sopra l’arcobaleno/I cieli sono blu/Ed i sogni che osi sognare/Si avverano realmente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA