Riciclare i regali? Basta farlo con stile

Regali, regali, regali! Eccoli tutti lì, poggiati sotto l'albero, avvolti ancora nelle allegre carte natalizie  stropicciate e semi aperte, in attesa di essere riposti e sistemati. Le sciarpe e i cappellini nei cassetti, le creme e i bagnoschiuma nel mobiletto in bagno, quel vaso... quel vaso... No, quel vaso proprio no. 

E già, c'è sempre almeno una cosa che proprio non si riesce a collocare, perché doppio o triplo, perché inutile o semplicemente perché brutto, almeno per chi lo riceve. 

E allora via al riciclo! Finalmente senza sensi di colpa e furtivi rincartamenti, visto che la crisi ha finalmente sdoganato questa pratica finora semiclandestina.

Attenzione però, perché qualche regola di bon ton e di semplice buon senso bisogna pur rispettarla.

Innanzitutto, bisogna controllare bene il contenuto del pacco, per non fare la figura di quell'impiegato che ricicló un pacco aziendale in cui i colleghi, per scherzo, avevano sostituito spumante e panettone con un paio di mattoni. Pessima figura!

Attenzione poi ai destinatari: oltre, ovviamente, a non rimandare il dono al donatore stesso (e qui siamo all"abc), bisogna stare attenti anche ai conoscenti. Non sarebbe affatto carino per chi vi ha regalato quell'inconfondibile foulard intessuto a mano, vederlo poi al collo di sua cognata (che magari sopporta pure a malapena).  

Insomma, non si tratta di sbolognare un dono tanto per non buttarlo via: si tratta di dare una possibilità a un oggetto che non ci serve o non é adatto a noi, regalandolo a qualcuno che lo potrà apprezzare di più. Se vi hanno regalato una sciarpa di cachemire e voi andate in maniche corte anche d'inverno, regalatela tranquillamente all'amico freddoloso; e quel vaso cinese che nella vostra casa minimal non trova proprio posto, regalatelo pure alla zia. Ricordate solo che un dono, bello o brutto, parla sempre di voi, anche quando è riciclato