PALLA AL CENTRO

Se Conte vince anche quando non gioca

Arriva il momento che tanti indizi fanno una prova. La Juve abdica dalla corsa scudetto, perché ora i 10 punti di distacco dalla vetta sono reali. E perché il tentativo di rimonta lanciato da Pirlo è abortito subito. Ci sta di perdere, non nel momento cruciale della stagione, perché sa di resa dopo che la Juve ha già lasciato lungo la strada tanti punti. Sa di resa perché la prestazione non è degna di chi dice di voler vincere tutte le partite per contendere lo scudetto all’Inter.

Una resa che sta nei numeri e nel gioco, mai all’altezza. Prestazione imbarazzante: 74% dei contrasti persi. Paratici difende Pirlo, ma ricorda quel che fece Agnelli con Allegri subito dopo l’eliminazione dalla Champions ad opera dell’Ajax tre anni fa. Ci sarà tempo per i processi, ma prima la Juve ha due obiettivi: la qualificazione Champions e la conquista della coppa Italia. Poi, eventualmente, Pirlo (-11 rispetto a Sarri) pagherà. Di certo c’è che il management bianconero ha toppato. Non (solo) la scorsa estate. La fase discendente è iniziata con il divorzio da Allegri non si sa bene (ancora oggi) per quale motivo.

Gli errori fanno rumore perché arrivano da chi era in una posizione di predominio, tecnico ed economico. Il tonfo brucia perché ora a guardare tutti dall’alto in basso c’è l’Inter guidata da Marotta e Conte, l’ad e il tecnico che hanno iniziato la cavalcata dei nove scudetti di fila bianconeri. Se prima solo i nerazzurri potevano perdere il tricolore, ora anche volendo potrebbero non riuscirci. Pur non giocando sono passati da un potenziale più sette (sulla Juve) sul secondo posto a un potenziale più nove (sul Milan). E se per lo scudetto all’Inter resta un margine di incertezza lo si deve alla caparbietà del Milan che continua a ringhiare, andando oltre i propri limiti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA