È giusto licenziare chi dorme

Il giudice dà ragione all’Ecoesse che mandò via tre addetti del parcheggio di via Papa Giovanni
CHIETI. Non si può dormire sul posto di lavoro, tanto più se si è in turno di notte, impegnati in un servizio di sorveglianza. Secondo il giudice del lavoro del tribunale Ilaria Prozzo sono legittimi i tre licenziamenti fatti dalla Ecoesse, la società che gestisce il parcheggio di via Papa Giovanni nei confronti di tre dipendenti.
La giudice del lavoro lo scorso 21 gennaio, infatti, ha rigettato il ricorso degli addetti al parcheggio che avevano impugnato i licenziamenti e chiesto di essere risarciti.
I tre erano stati sorpresi a dormire da investigatori privati, incaricati dalla Ecoesse. La società che gestisce anche i parcheggi a pagamento della città, precedentemente aveva avuto alcune segnalazioni su alcuni dipendenti incaricati del turno di notte che non controllavano i monitor della sorveglianza ma dormivano.
La Ecoesse nella causa di lavoro è stata assistita dall’avvocato Alessandro De Iulis. Il legale, in sede di discussione, ha sostenuto la piena legittimità dei licenziamenti, ritenendola una sanzione proporzionata alle mancanze contestate.
Gli addetti al parcheggio di via Papa Giovanni, non erano caduti tra le braccia di Morfeo perché stanchi e quindi involontarimente sorpresi dal sonno, ma si erano addormentati intenzionalmente. Volontarierietà, aggiunge l’avvocato, provata dal fatto che precedentemente gli stessi addetti avevano chiuso la luce della guardiola, serrato portineria e casse. E pur vero che non è logicamente possibile che tutti e tre siano stati colti dal sonno per stanchezza.
«Le inadempienze che contestiamo hanno messo a rischio beni di consistente valore» disse all’epoca dei fatti Alfiero Marcotullio, presidente della Ecoesse, per giustificare la legittimità dei licenziamenti.
Il sindacato però considerò i licenziamenti ingiusti, tanto che i tre fecero ricorso al giudice del lavoro.
«La perdita del posto di lavoro da parte dei dipendenti», commenta l’avvocato De Iulis, «sinceramente rincresce, ma la decisione non può non essere vista come un necessario e severo richiamo ai lavoratori subordinati ai loro obblighi contrattuali».
I dipendenti erano in turno di notte e quindi avrebbero dovuto per contratto sottostare agli obblighi di sorveglianza, previsti nel servizio notturno. Se la Ecoesse non ritenesse necessario il controllo anche di notte non avrebbe senso incaricare e pagare operatori per questo. «L’ordinamento», sottolinea ancora l’avvocato, «tutela il lavoratore con disposizioni altrettanto nette e precise a salvaguardia della buona fede e correttezza della prestazione lavorativa e del rapporto di fiducia tra lavoratore e datore di lavoro che, se violate, possono ben giustificare il licenziamento per giusta causa, come nel caso dei tre addetti licenziati».©RIPRODUZIONE RISERVATA