Uno dei vigili del fuoco è morto per salvare il collega, ancora difficoltà con il recupero dei corpi

Nico Civitella ed Emanuele Capone, entrambi di 42 anni, sono stati inghiottiti dal fiume Avello. Il primo ha cercato di aiutare l’altro, rimasto incastrato con una gamba tra le rocce
PENNAPIEDIMONTE. Nico è morto per salvare l’amico e collega Emanuele. È la tragica sintesi di quello che, con grande probabilità, è successo mercoledì scorso in una forra del Balzolo, a Pennapiedimonte, nell’incidente in cui hanno perso la vita Nico Civitella ed Emanuele Capone, entrambi 42enni, due dei quattro vigili del fuoco che avevano scelto quel luogo impervio per un’esercitazione, fuori dal servizio terminato poche ore prima al comando di Chieti. Gli altri due vigili del fuoco che erano con loro sono Giulio De Panfilis, 32 anni, e Gabriele Buzzelli, 48, entrambi tratti in salvo mercoledì sera, ma ancora sotto shock per la perdita dei loro colleghi e amici. Buzzelli è ancora ricoverato al Santissima Annunziata: è stato recuperato in stato di ipotermia e con diverse contusioni alle gambe: ieri ha ricevuto la visita dei colleghi in ospedale.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Giancarlo Ciani, ha aperto un fascicolo nei confronti di ignoti sulla morte dei due vigili del fuoco. Le salme dei due 42enni, individuate giovedì scorso, non sono state ancora riportate a valle. Dopo l'individuazione dei due corpi, le squadre forre del Soccorso Alpino e Speleologico hanno proceduto alla traslazione su speciali barelle da canyoning, per il successivo trasporto a valle. L'innalzamento del livello dell'acqua ha portato all'interruzione delle operazioni, dopo aver assicurato in una zona fuori dal flusso dell'acqua le due barelle. Le operazioni di recupero sono rese molto difficili dalle acque del torrente Avello. Il reato ipotizzato, ai fini dell'autopsia, che è stata già disposta, è l'omicidio colposo. L'apertura del fascicolo, secondo quanto si apprende, è un atto meramente formale in vista dell'autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni nell'obitorio del policlinico di Chieti.
I vigili del fuoco erano scesi con delle corde nella forra. Tutti perfettamente equipaggiati, esperti e preparati per quel tipo di escursione, che prevedeva proprio l’attraversamento del canyon e delle acque gelide del fiume, tanto che i quattro indossavano una muta da sub, utile per isolare il corpo dalla bassa temperatura dell’acqua. Durante la discesa, però, qualcosa è andato storto. A Emanuele Capone è rimasta bloccata una gamba tra le rocce. I tre colleghi si sono subito adoperati per aiutarlo a tirarsi fuori dallo strettissimo canyon che cade a strapiombo sull’Avello. Per salvarlo, uno degli altri tre - Nico Civitella - ha avuto la peggio, forse a causa della potenza del fiume, ingrossato in questi giorni dallo scioglimento della neve in quota, che probabilmente lo ha spinto con violenza contro le pareti rocciose.
Soccorso alpino e vigili del fuoco proseguono nelle attività di recupero delle due salme, monitorate dal tavolo attivato in Prefettura a Chieti, nella forra del fiume Avello. Anche ieri le operazioni non sono state completate a causa della forza della corrente del fiume, che in questi ha una portata d’acqua straordinaria a causa dello scioglimento della neve ad alta quota. Per questo, tecnici del Soccorso alpino e dei vigili del fuoco stanno valutando la possibilità di impiegare anche ulteriori modalità di recupero. Lo ha comunicato il prefetto di Chieti, Gaetano Cupello. Che ha attivato anche l'intervento di un gruppo operativo dei vigili del fuoco specializzato in tecniche di soccorso di derivazione alpinistica, proveniente dal Veneto. E si continua a valutare la possibilità di un prelievo diretto dall'alto con impiego di un aeromobile.
«Una squadra del Soccorso Alpino, in collaborazione con il personale dei vigili del fuoco», si legge nella nota diramata ieri dalla prefettura di Chieti, «sta compiendo operazioni costanti di monitoraggio del livello dell'acqua del fiume, in attesa del ritorno a condizioni accettabili per la ripresa delle operazioni di recupero, che risultano comunque complesse a causa dell'ambiente impervio e della fitta vegetazione. Al momento persistono condizioni di criticità a causa dell'aumento della portata d'acqua nella forra, per effetto dello scioglimento delle nevi sulla Maiella. Le operazioni vengono pianificate prevedendo il costante monitoraggio delle condizioni di sicurezza dei soccorritori. Il corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e i vigili del fuoco», conclude la nota, «stanno operando in piena sintonia, studiando strategie adeguate per consentire una sicura e rapida estrazione dalla forra delle due salme».
I sindacati Uilpa vigili del fuoco, regionale e provinciale di Chieti, esprimono il loro «profondo cordoglio per la tragica scomparsa dei colleghi Nico Civitella ed Emanuele Capone, deceduti durante un’attività di formazione personale nel torrente Avello, a Pennapiedimonte. Anche se fuori servizio, Nico ed Emanuele stavano svolgendo un’attività formativa in ambiente impervio, dimostrando ancora una volta l’impegno, la passione e il senso del dovere che caratterizzano ogni vigile del fuoco, anche al di fuori dell’orario operativo. Il loro esempio di dedizione e professionalità resterà scolpito nella memoria di tutti noi. La loro scomparsa rappresenta una perdita profonda per la comunità del corpo nazionale, per i colleghi e per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerli. Ci stringiamo con commozione attorno alle famiglie, agli amici e ai colleghi, condividendo il dolore per questa immane tragedia. Ciao Nico, ciao Emanuele. Continuerete a essere con noi, ogni giorno, in ogni intervento, in ogni passo; il vostro esempio e il vostro spirito continueranno a vivere nel cuore di tutti noi», recita la nota di cordoglio firmata da Matteo Grifone, segretario regionale Uilpa Abruzzo, e Gianluca Rucci, segretario provinciale Uilpa Chieti.
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