In centinaia per l’ultimo saluto a Paola: «Il tuo posto sugli spalti non sarà mai vuoto»

Francavilla, chiesa gremita per l’addio all’ex azzurra Mauriello. Presente il basket regionale, i bambini e le ragazze della Yellow Wave
FRANCAVILLA. Commozione e dolore, ieri pomeriggio, nella gremita chiesa di Sant’Alfonso, per l’addio a Paola Mauriello, l’ex azzurra del basket morta a 44 anni. Splendida persona, madre amorevole, ex giocatrice di alto livello, allenatrice e dirigente sportiva, Paola se n’è andata dopo aver affrontato con coraggio e determinazione la malattia che l’aveva colpita qualche anno fa. Ha lasciato nello sconforto il marito Antonello Giordano, ex giocatore e oggi allenatore e dirigente sportivo, e il figlio Luciano.
Grande esempio di vita dentro e fuori dai campi di gioco dove ha militato fin da giovanissima, per Paola ieri c’erano ragazzi e ragazze che l’hanno conosciuta, e tutti gli amici. Ad accogliere la bara tra le lacrime, le maglie gialle e blu dei giovani atleti della Yellow Wave, la società costituita con il marito Antonello, ma è stata numerosa anche la presenza di tecnici, giocatori e dirigenti di diverse società cestistiche cittadine e regionali che hanno voluto rivolgere l’ultimo rispettoso saluto alla ex giocatrice della Nazionale e attuale consigliera della Fip Abruzzo. Presenti fra gli altri il presidente regionale Fip Francesco Di Girolamo e l’assessore allo Sport di Pescara, Patrizia Martelli.
Don Massimiliano Guardini nell’omelia ha focalizzato il discorso sui principi della vita di Paola, ricordandone i trascorsi sportivi e l’amore per la famiglia, che le è sempre stata vicina. Particolarmente toccante l’intervento della squadra femminile della Yellow Wave, neopromossa in serie B, per la quale ha parlato, commossa, a fine cerimonia, la giocatrice veterana Serena Scoglia: «Non ci sarai più a spronarci a lottare e a non mollare, sempre, un po’ come hai fatto tu in questi ultimi anni, continueremo a essere sempre unite, con il sorriso e la determinazione che ci hai insegnato. Da oggi la tua presenza sarà in ogni gesto, in ogni sorriso, in ogni canestro, in ogni assist, in ogni esultanza. Il tuo posto sugli spalti non sarà mai vuoto, continueremo a correre verso di te e a darti il cinque prima di entrare in campo, grate per tutto ciò che ci hai lasciato e che rimarrà sempre in vita». Applausi, occhi umidi e la maglia della Nazionale adagiata sulla bara chiara per una persona che ha veramente onorato la vita e lo sport.