A Chieti il polo del cuore d'Abruzzo

27 Luglio 2011

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CHIETI. Polo del cuore d'Abruzzo. È questa l'ambizione della palazzina che verrà riconsegnata alla Asl entro maggio del prossimo anno. La stipula del contratto tra azienda sanitaria e Ati impresa affidataria dell'appalto, che porta il costo dell'opera a 26 milioni di euro netti, compresi i 5 aggiunti l'altro giorno, fa tirare un sospiro di sollievo a chi in corsia ci lavora giorno per giorno. «Un buon traguardo» è il commento unanime di Marcello Caputo e Maria Piccone, rispettivamente di Cisl e Cgil medici, così come di Andrea Gagliardi della Fp-Cgil e di Aldo Cerulli di Cittadinanzattiva.

Non mancano però i suggerimenti. «Bisogna riempirla di personale», dice Gagliardi, «con quello che c'è attualmente non è possibile garantire una squadra 24 ore su 24 per i trapianti o per le due sale chirurgiche a pieno ritmo». L'open space, sala chirurgica a tre letti, avrebbe forse fatto la differenza. La sala di interventi, scartata dall'attuale management per razionalizzare i costi, prometteva di riuscire a utilizzare in maniera efficace ed efficiente il personale sanitario oggi a disposizione. «L'unica nota stonata è proprio la mancata realizzazione dell'open space», afferma Cerulli di Cittadinanzattiva.

Ad ogni modo il varo della nuova palazzina permetterà alla cardiochirurgia teatina di esprimersi al meglio.

«Il fatto di avere solo 4 posti letto di terapia intensiva cardiochirurgica, Tic», osserva Maria Piccone, Cgil, «ha ridimensionato del 50 per cento il volume di interventi annui, portandoli intorno ai 500. Inoltre aver accorpato la Tic all'Utic, terapia intensiva cardiologica, crea problemi nella gestione dei pazienti, che hanno esigenze e caratteristiche diverse».

La nuova palazzina conterà ben 8 posti letto dedicati alla terapia intensiva cardiochirurgica, con un'immaginabile riflesso sulla quantità di interventi praticabili. «La vicinanza tra sale cardiochirurgiche e di emodinamica poi», conclude Piccone, «significherà anche poter attuare tipi di interventi nuovi, come quello a cuore chiuso».

Il progetto originario contava due sale di emodinamica. Oggi di certo ce n'è una e la seconda sembra avrà solo un angiografo portatile. «Non sarebbe adeguato a sostenere l'attività routinaria di una seconda sala», avverte Caputo, emodinamista teatino (Cisl medici), «perché risparmiare qui e prevedere di mettere su una sala di emodinamica a Vasto, spendendo 3 milioni in cinque anni? Le linee guida della società italiana di cardiologia interventistica del Gise indicano una sala di emodinamica attiva 24 ore su 24 ogni 350-400mila abitanti e la provincia di Chieti ne conta 390 mila circa. L'epidemiologia dell'infarto acuto, poi, attesta 50-70 infarti acuti l'anno a Vasto mentre a Chieti ne trattiamo con angioplastica primaria almeno 120 l'anno, il dato più alto nell'intero Abruzzo. Le unità coronariche provinciali, infine, affacciano sull'autostrada, che permette un trasporto in tempi rapidi all'emodinamica teatina».

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