A fuoco altre due auto, dubbi su un caso

15 Febbraio 2019

Vasto. Mercedes in fiamme mercoledì notte. Ieri invece è toccato a un’A112 sulla strada per San Salvo

VASTO . Un insolito scoppiettio seguito dai bagliori del fuoco. Ennesimo incendio di autovettura in città mercoledì sera. I vigili del fuoco escludono il dolo e parlano di corto circuito. L’allarme al 115 è stato lanciato alle 22,48. È stato lo stesso proprietario della vettura, un professionista vastese, a chiamare i vigili del fuoco.
L’auto, una Mercedes Gls 320, era parcheggiata nel cortile interno dell’elegante condominio in cui abita il professionista in via Martiri della Libertà. Il rogo è divampato all’improvviso mentre la Mercedes era ferma. Il fuoco ha attaccato la parte anteriore della vettura. I vigili del fuoco, arrivati dopo pochi minuti, ritengono che le fiamme siano state alimentate dal corto circuito ad una centralina elettrica che si trova vicino alla portiera anteriore. Resta da comprendere cosa possa aver provocato il corto circuito. Da quantificare il danno. L’episodio ha comunque creato disappunto in città.
Un altro presunto corto circuito ha distrutto ieri alle 13 una vettura diretta a San Salvo. Il conducente stava percorrendo la provinciale che collega San Salvo al casello autostradale di Vasto sud quando la sua auto, una A112 Autobianchi, è andata in fiamme. L’incendio ha provocato fortunatamente solo paura ma nessuna conseguenza fisica per l’autista dell'utilitaria. Le fiamme hanno distrutto solo la parte anteriore dell’A112 risparmiando l’abitacolo. Questo grazie all’intervento di alcuni passanti accorsi in aiuto del guidatore e dei vigili del fuoco arrivati da Vasto in una manciata di minuti sulla Istonia. Il traffico ha subito inevitabilmente rallentamenti ma nessuno si è fatto male. A dirigere il traffico sono arrivati gli agenti della polizia locale di San Salvo. Gli incendi di auto sono diventati un grosso problema in città e nel territorio. Agli incendi dolosi si aggiungono continui roghi provocati da corto circuiti. Negli ultimi anni l’elenco è piuttosto lungo. E sono sempre di più cittadini che si chiedono come mai il fenomeno sia così diffuso. (p.c.)
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