Abuso edilizio, processo e proteste

Domani l’udienza sui 178 appartamenti di Cono a Mare sotto sequestro da 2 anni

VASTO. Comincia domani davanti al tribunale di Vasto il processo sul presunto abuso edilizio in località Cono a Mare: 178 appartamenti realizzati dalla società Cosvim. Davanti al collegio giudicante compariranno il proprietario, il committente, il direttore dei lavori e il responsabile dell’ufficio urbanistica del Comune. L’accusa è lottizzazione abusiva e violazione edilizia. A difendere gli imputati saranno gli avvocati Pietro Pisacane, Arnaldo Tascione, Alessandra Cappa e Nicola Mastrovincenzo. I legali non hanno ancora fatto sapere se opteranno per il rito abbreviato o andranno al dibattimento.

Il complesso edilizio Cono a mare (178 appartamenti, 31 dei quali già veduti) venne sequestrato il 29 maggio 2012. Secondo la Procura sarebbe stato realizzato un edificio multipiano in un’area non urbanizzata e in assenza di un piano di lottizzazione. Per i difensori è un’accusa infondata e il sequestro partirebbe da un clamoroso errore che avrebbe inficiato l’intera ipotesi accusatoria. «La premessa», spiegò qualche mese fa l’avvocato Pisacane, «è data dall’asserzione secondo cui il piano regolatore vigente al momento del rilascio del permesso a costruire nell’area prevedesse che l’attività edificatoria potesse essere solo di tipo “indiretto” e quindi sarebbe stato necessario un piano di attuazione, ossia una progettazione seguita da una stipula. Così non è stato».

Le 31 famiglie che avevano acquistato le case sono esasperate. «Alla vigilia del giudizio e distanza di due anni, viviamo con grande sofferenza quella che pareva una scelta felice: investire i nostri risparmi per l’acquisto di una casa», scrive il comitato acquirenti Cono a Mare. «La cosa più triste è avere constatato la totale indifferenza delle autorità comunali e della politica in genere». Dopo aver ricordato i danni prodotti dalla vicenda a lavoratori, imprese e famiglie, il Comitato chiede: «A chi si è resa giustizia? Dobbiamo solo credere in un aiuto divino? La speranza è che torni a galla un problema che, forse anche per ragioni politiche, si sta consumando nell’indifferenza». (p.c.)

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