Aggredì l'ex marito e la figlia, a giudizio

Casoli, donna accusata di lesioni aggravate: ferì l'uomo al viso con un coltello da cucina

CASOLI. Con un coltello da cucina avrebbe colpito e ferito al viso il marito, dal quale è separata. Lo stesso giorno, con calci e pugni, avrebbe aggredito anche la figlia minorenne. Così con l'accusa di lesioni aggravate, R.S. 44 anni è stata rinviata a giudizio dal giudice, Massimo Canosa. La donna dovrà comparire di fronte al giudice monocratico il 9 maggio 2013.

Tra le mura domestiche vittime delle violenze, maltrattamenti, lesioni, sono soprattutto le donne: mogli e compagne di vita che denunciano i propri aguzzini dopo anni di sofferenze. A Lanciano, dall'inizio dell'anno ad oggi, ci sono state già quattro condanne nei confronti di ex mariti, ex conviventi, per maltrattamenti in famiglia, per ingiurie e lesioni e, con le stesse accuse, un arresto il 3 marzo scorso.

Questa volta, invece, ad andare a processo il prossimo 9 maggio 2013 con l'accusa di lesioni aggravate sarà S.R., donna di 44 anni di Casoli. È stata infatti rinviata a giudizio dal giudice Massimo Canosa per aver picchiato il marito e la figlia, minorenne. Secondo l'accusa la donna avrebbe commesso «più azioni consecutive di aggressioni verso il coniuge e la figlia».

Ma i fatti per i quali sarà giudicata risalgono al 29 ottobre 2010, quando avrebbe colpito il marito al viso con un coltello da cucina procurandogli «una ferita da taglio perauricolare e del padiglione auricolare destro e un taglio nella regione frontale sinistra, con 7 giorni di prognosi». Non solo, sempre lo stesso giorno si sarebbe scagliata con «calci e pugni verso la figlia, colpendola anche alla nuca con un cucchiaio, cagionandole un trauma contusivo con ecchimosi allo zigomo, una contusione alla spalla destra e contusione occipitale, giudicate guaribili in 10 giorni».

Sarà il giudice a chiarire i fatti, ovviamente, ma c'é già una precisazione del legale della donna, Fausto Troilo, che chiarisce che il reato è stato derubricato: da maltrattamenti in famiglia a lesioni. «Si tratta di un episodio isolato» spiega Troilo «tra coniugi poi separati consensualmente. Già durante le indagini il fatto è stato ridimensionato. La Procura infatti aveva inizialmente contestato il reato, ben più grave, di maltrattamenti in famiglia, ma dopo aver ascoltato la donna e scoperto che non c'erano azioni continuate e ripetute contro il marito tali da giustificar il capo di imputazione, questo è stato derubricato a lesioni aggravate perché c'é di mezzo la figlia, che era minorenne». Il processo andrà in aula il 9 maggio del 2013.

© RIPRODUZIONE RISERVATA