Armi, l'imprenditore non risponde

Pistole e proiettili in casa: Perrello fa scena muta davanti al giudice
VASTO. Una manciata di minuti: tanto è durata ieri l'udienza di convalida dell'arresto di Rocco Perrello, 32 anni, il costruttore reggino finito in carcere per detenzione illegale di armi e munizioni. Nel corso di una perquisizione domiciliare, i carabinieri mercoledì sera hanno trovato a casa dell'indagato in contrada San Tommaso, due pistole, 144 proieittili e 5 caricatori.
Perrello non ha voluto spiegare il possesso di armi e munizioni. Anche ieri mattina l'indagato ha fatto scena muta. Un atteggiamento che ha contribuito ad accrescere ipotesi e congetture. La difesa dell'imprenditore edile ha contestato l'arresto dell'uomo, persona irreprensibile e incensurata, e ha chiesto la remissione in libertà dell'indagato.
Il giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti, ascoltata attentamente la tesi del difensore si è riservata di decidere su entrambe le richieste entro 48 ore. Perrullo è quindi tornato nel carcere di Torre Sinello in attesa delle decisioni del magistrato che arriveranno tra oggi e domani mattina. Sulla vicenda dunque resta il mistero. Nemmeno l'udienza di convalida è riuscita a sollevare il velo sull'importante operazione dei carabinieri sulla quale la Procura ha ordinato il massimo riserbo.
I militari hanno compiuto il blitz a casa di Perrello a ora di cena. L'imprenditore è stato colto di sorpresa. Le pistole ritrovate dai carabinieri nel forno della cucina avevano entrambe la matricola abrasa. Particolare che porta gli investigatori a pensare che quelle armi possano essere state utilizzate a scopo illecito. Non certo da Perrello. L'imprenditore, però, deve spiegare ai magistrati e agli investigatori come mai custodiva nella cucina di casa armi e munizioni: 144 proiettili calibro 7,65 e calibro 9.
L'indagato potrebbe aver custodito lo scottante materiale per fare un favore ad un conoscente senza prendere in considerazioni le conseguenze a cui andava incontro. L'uomo rischia una severa condanna. La parola ora passa ai carabinieri del reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Roma. Gli esami balistici e le impronte riveleranno molti particolari.
Certo non è la prima volta che nel Vastese vengono sequestrate armi detenute in modo illegale. Qualche mese fa nel verificare le autorizzazioni al porto d'armi e le licenze rilasciate negli ultimi anni, gli uomini del commissariato scoprirono che centinaia di residenti detenevano in casa un arma illegalmente. La polizia ha recuperato un piccolo arsenale di doppiette e colt.
Perrello non ha voluto spiegare il possesso di armi e munizioni. Anche ieri mattina l'indagato ha fatto scena muta. Un atteggiamento che ha contribuito ad accrescere ipotesi e congetture. La difesa dell'imprenditore edile ha contestato l'arresto dell'uomo, persona irreprensibile e incensurata, e ha chiesto la remissione in libertà dell'indagato.
Il giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti, ascoltata attentamente la tesi del difensore si è riservata di decidere su entrambe le richieste entro 48 ore. Perrullo è quindi tornato nel carcere di Torre Sinello in attesa delle decisioni del magistrato che arriveranno tra oggi e domani mattina. Sulla vicenda dunque resta il mistero. Nemmeno l'udienza di convalida è riuscita a sollevare il velo sull'importante operazione dei carabinieri sulla quale la Procura ha ordinato il massimo riserbo.
I militari hanno compiuto il blitz a casa di Perrello a ora di cena. L'imprenditore è stato colto di sorpresa. Le pistole ritrovate dai carabinieri nel forno della cucina avevano entrambe la matricola abrasa. Particolare che porta gli investigatori a pensare che quelle armi possano essere state utilizzate a scopo illecito. Non certo da Perrello. L'imprenditore, però, deve spiegare ai magistrati e agli investigatori come mai custodiva nella cucina di casa armi e munizioni: 144 proiettili calibro 7,65 e calibro 9.
L'indagato potrebbe aver custodito lo scottante materiale per fare un favore ad un conoscente senza prendere in considerazioni le conseguenze a cui andava incontro. L'uomo rischia una severa condanna. La parola ora passa ai carabinieri del reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Roma. Gli esami balistici e le impronte riveleranno molti particolari.
Certo non è la prima volta che nel Vastese vengono sequestrate armi detenute in modo illegale. Qualche mese fa nel verificare le autorizzazioni al porto d'armi e le licenze rilasciate negli ultimi anni, gli uomini del commissariato scoprirono che centinaia di residenti detenevano in casa un arma illegalmente. La polizia ha recuperato un piccolo arsenale di doppiette e colt.
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