Assistenza sanitaria nelle zone interne: la Asl rivede i servizi 

Elaborato un piano per rispondere ai bisogni dei residenti  «Le nuove strutture saranno realizzate con i fondi del Pnrr»

LANCIANO. Undici case di comunità, 9 punti erogativi di servizi sanitari, 4 ospedali di comunità e 4 centrali operative: sono i numeri con cui la Asl Lanciano- Vasto-Chieti risponde al disagio vissuto da anni nelle aree interne, come il Sangro Aventino e l’Alto Vastese, nell’ambito sanitario. Accesso difficile ai luoghi di cura e minori opportunità di cura sono alcune delle criticità vissute dalle aree interne che con le nuove strutture sanitarie che saranno realizzate con i fondi Pnrr si prova a superare.
LE STRUTTUREÈ il principio della decentralizzazione e soprattutto capillarizzazione dei servizi sanitari a guidare il disegno della Asl di creare, grazie ai fondi Pnrr, strutture, come case e ospedali di comunità, più vicine a quanti restano a vivere nelle aree interne, da sempre svantaggiate da politiche sanitarie tese ad accentrare ogni presidio di cura negli ospedali delle maggiori aree urbane. Per le case di comunità, ovvero luoghi in cui i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria (come ad esempio visite specialistiche, prelievi e vaccinazioni), sociosanitaria e sociale 11 su 15 sono nelle aree interne e di queste 8 sono in zone ultraperiferiche, come dire «le più disagiate tra le disagiate», dove vivono 98.800 abitanti su una popolazione totale della provincia di Chieti di 373mila persone. Queste le località: Villa Santa Maria, Castiglione Messer Marino, Gissi, Atessa, Casoli, Guardiagrele, San Vito, e Casalbordino, oltre a Ortona, Francavilla, Vasto, Lanciano, San Salvo, Chieti Città e Scalo. Dei 13 Punti erogativi, 6 sono a Lama dei Peligni, Pizzoferrato, Torricella Peligna, Palena, Carunchio, Tornareccio. A queste sedi si aggiungono quelle di Miglianico, San Giovanni Teatino, Tollo, Orsogna, Bucchianico, Fossacesia e Paglieta. Previsti anche 6 ospedali di comunità, ovvero strutture sanitarie di ricovero della rete di assistenza territoriale che svolgono una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Sono presidi rivolti ai pazienti che necessitano di cure a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata e sono a gestione in particolare infermieristica. Saranno a Casoli, Gissi, Guardiagrele, Atessa, Chieti e San Salvo. Svolgeranno invece una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nell’assistenza, anche personale dell'emergenza urgenza, le centrali operative territoriali (Cot) che saranno a Casoli, Lanciano, Chieti e San Salvo.
I TEMPIProgetti che stanno prendendo forma visto che la Asl ha affidato i 25 milioni di euro di lavori per creare o sistemare queste strutture a 15 professionisti che entro fine marzo consegneranno gli elaborati. «Riequilibriamo una rete di servizi storicamente sbilanciati sugli ospedali e sulle città dell’area costiera», sottolinea il direttore generale Asl Thomas Schael, «guardiamo alle aree interne consapevoli della desertificazione sanitaria sofferta da sempre dai comuni dell’entroterra, penalizzati nell’accesso ai luoghi e alle opportunità di cura. La mappa disegnata grazie al Pnrr va nella direzione auspicata da Cittadinanzattiva, che proprio in questi giorni ha posto l’accento sui deserti che affliggono il Paese in termini di servizi per la salute e sulla necessità di investire risorse sulle aree interne».
©RIPRODUZIONE RISERVATA