Atessa e Termoli, sindacati spaccati

I riflessi dell'accordo di Pomigliano nella Sevel e nella Fiat
ATESSA. Pareri contrastanti all'accordo di Pomigliano voluto dall'amministratore delegato Fiat, l'abruzzese, Sergio Marchionne, arrivano anche dalla Val di Sangro e dal Molise, l'area industriale più grande d'Abruzzo, che raccoglie quasi 10 mila tute blu, di cui 6200 nella sola Sevel. «A Pomigliano c'è uno scambio fra flessibilità e salario: più produttività ma più soldi per i lavoratori», commenta Domenico Bologna, segretario della Fim-Cisl di Chieti. «L'accordo è innovativo perché rompe il tabù di Fiat sull'inquadramento professionale. Dai sette livelli attuali, in cui il lavoratore Fiat "moriva" al terzo, si passa alle fasce, con maggiore professionalità per i lavoratori e più potere contrattuale per la rappresentanza sindacale». Nessun timore per la Sevel secondo la Cisl, «anzi», sostiene il segretario Fim, «l'accordo di Pomigliano,come quello di Mirafiori, rafforzano il progetto di Fabbrica Italia e più si va avanti per questa strada più la Sevel ne esce tutelata».
«E' un accordo vergogna, che cancella i diritti dei lavoratori e sindacali e sancisce la fuoriuscita della Fiat dal contratto nazionale», attacca invece Marco Di Rocco, segretario della Fiom-Cgil di Chieti. «I lavoratori dovranno accettare contratti individuali senza potersi opporre, diventando di fatto solo schiavi. La Fiat andrà avanti su questa linea e l'anno prossimo un accordo uguale verrà portato anche alla Sevel, ma qui siamo certi che non passerà. Già dopo Natale raccoglieremio firme in tutta la Val di Sangro contro l'accordo di Pomigliano».
«Mirafiori e Pomigliano sono due accordi che assicurano un futuro produttivo, occupazionale e salariale agli stabilimenti, senza i quali l'alternativa era l'uscita di scena di Fiat», è il parere di Nicola Manzi, segretario della Uilm teatina. «E' un accordo specifico che esce solo temporaneamente dal contratto nazionale, ma tutela il lavoro, senza il quale non esistono né diritti né contratti. Quanto a Sevel, il problema di accordi fotocopia non si pone, perché c'è il contratto nazionale, c'è un prodotto che tira e non una crisi come altrove. La Sevel è imparagonabile alle vicende di Pomigliano e Miarafiori».
Alla Fiat di Termoli si ripete la spaccatura fra sindacati che hanno firmato l'accordo per Pomigliano (Cisl e Uil) e la Fiom-Cgil che invece è contrario. «Finalmente un contratto per i soli lavoratori dell'Automotive», dicono i rappresentanti della Fismic molisana.
«E' un contratto che cambia il sistema delle relazioni industriali e non nega i diritti ai lavoratori, apportando anche vantaggi economici», sostiene il rappresentante provinciale, Giovanni Mercolgliano.
Positiva anche la reazione di Uilm e Fim-Cisl. «E' indubbiamente un accordo importante che ridisegna una nuova era in Fiat. Ci spiace solo che non sia stato raggiunto all'unanimità», dice Riccardo Mascolo della Fim-Cisl provinciale. Decisamente negativo il parere del rappresentante regionale della Fiom-Cgil, Massimo Fierro: «E' un accordo che non approviamo assolutamente. Il timore della Fiom è che possa essere preso ad esempio anche da altre realtà industriali. L'accordo cancella anni di storia e lotte sindacali. Per questo invitiamo i lavoratori della Fiat di Termoli a scioperare il 28 gennaio».
«E' un accordo vergogna, che cancella i diritti dei lavoratori e sindacali e sancisce la fuoriuscita della Fiat dal contratto nazionale», attacca invece Marco Di Rocco, segretario della Fiom-Cgil di Chieti. «I lavoratori dovranno accettare contratti individuali senza potersi opporre, diventando di fatto solo schiavi. La Fiat andrà avanti su questa linea e l'anno prossimo un accordo uguale verrà portato anche alla Sevel, ma qui siamo certi che non passerà. Già dopo Natale raccoglieremio firme in tutta la Val di Sangro contro l'accordo di Pomigliano».
«Mirafiori e Pomigliano sono due accordi che assicurano un futuro produttivo, occupazionale e salariale agli stabilimenti, senza i quali l'alternativa era l'uscita di scena di Fiat», è il parere di Nicola Manzi, segretario della Uilm teatina. «E' un accordo specifico che esce solo temporaneamente dal contratto nazionale, ma tutela il lavoro, senza il quale non esistono né diritti né contratti. Quanto a Sevel, il problema di accordi fotocopia non si pone, perché c'è il contratto nazionale, c'è un prodotto che tira e non una crisi come altrove. La Sevel è imparagonabile alle vicende di Pomigliano e Miarafiori».
Alla Fiat di Termoli si ripete la spaccatura fra sindacati che hanno firmato l'accordo per Pomigliano (Cisl e Uil) e la Fiom-Cgil che invece è contrario. «Finalmente un contratto per i soli lavoratori dell'Automotive», dicono i rappresentanti della Fismic molisana.
«E' un contratto che cambia il sistema delle relazioni industriali e non nega i diritti ai lavoratori, apportando anche vantaggi economici», sostiene il rappresentante provinciale, Giovanni Mercolgliano.
Positiva anche la reazione di Uilm e Fim-Cisl. «E' indubbiamente un accordo importante che ridisegna una nuova era in Fiat. Ci spiace solo che non sia stato raggiunto all'unanimità», dice Riccardo Mascolo della Fim-Cisl provinciale. Decisamente negativo il parere del rappresentante regionale della Fiom-Cgil, Massimo Fierro: «E' un accordo che non approviamo assolutamente. Il timore della Fiom è che possa essere preso ad esempio anche da altre realtà industriali. L'accordo cancella anni di storia e lotte sindacali. Per questo invitiamo i lavoratori della Fiat di Termoli a scioperare il 28 gennaio».
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