la protesta

Atessa, no agli straordinari sui notturni alla Sevel

Il segretario della Fiom provinciale Labbrozzi contro la nuova richiesta di "sacrifici" avanzata dall'azienda: "Qui siamo al Paleolitico dell'industria"

ATESSA. «Quello che accade da mesi alle Sevel di Atessa è da Paleolitico dell'industria». È quanto afferma in una nota Davide Labbrozzi, segretario generale della Fiom provinciale di Chieti. «In queste ultime ore - aggiunge Labbrozzi - l'azienda ha provveduto a richiedere ulteriori sacrifici a chi lavora nella fabbrica del Ducato. Lavoro straordinario a luglio, cinque giornate, ferie scaglionate da giugno ad ottobre, recupero a data da destinarsi delle fermate tecniche e straordinari a fine turno per chi lavora di notte. Proprio su questo ultimo punto diciamo che si è raggiunta quella condizione di mancato rispetto che mai avremmo immaginato. Tanti giovani neoassunti, che operano sul turno di notte, sono stati invitati a prestare lavoro straordinario per tre ore. Può un lavoratore dopo otto ore di lavoro prestato sul turno di notte, esausto ed assonnato, restare in fabbrica sulla catena di montaggio per ulteriori tre ore?», si chiede il segretario Fiom. Labbrozzi aggiunge: «Dinanzi agli ultimi eventi la Fiom si riunirà il 30 giugno per decidere tutte le iniziative del da adottare, di lotta, legali e di confronto con le istituzioni. Le persone non hanno bisogno soltanto del sostentamento economico, ma anche di essere rispettate e valorizzate. La produttività non può surclassare la vita. Ridurre le pause corrisponde a togliere alle persone che lavorano il diritto ad avere un giusto periodo di riposo, mentre aumentare i carichi di lavoro significa esporre chi opera al rischio che la vita lavorativa diventi un inferno».