Aumento dell’Imu, la metà dell’imposta la pagano i cittadini

Proposto il rincaro dal 5 al 6 per mille sulla prima casa In aula anche le tariffe maggiorate sui rifiuti

LANCIANO. La metà del milione di euro di tagli statali, che il Comune pensava di coprire interamente aumentando l’aliquota Imu, sarà pagato dai cittadini. È quello che si deduce dalla decisione del Consiglio dei ministri, che ha sì abolito la seconda rata dell’imposta sulla prima casa, specificando però che l’extragettito - dato dall’aumento delle aliquote rispetto al 2012 - sarà risarcito solo per metà dallo Stato. In tutta Italia, finora, sono circa 600 i Comuni che hanno ricorso a questa opzione per evitare di chiudere il bilancio in disavanzo. Tra questi c’è anche Lanciano. La proposta della giunta di innalzare l’aliquota Imu sulla prima casa dal 5 al 6 per mille approda oggi in consiglio comunale. Il consigliere di opposizione Manlio D’Ortona (ex Pdl) l’ha definita una «furbata», proprio per il rischio che il governo non garantisse la copertura totale dell’imposta soppressa. «Era una richiesta forte dei Comuni allo Stato, che invece pare sia stata accolta a metà», precisa l’assessore alle finanze, Valentino Di Campli, «pare perché c’è ancora tanta incertezza». L’Anci e i Comuni sono sul piede di guerra e chiedono chiarezza al governo.

Consiglio comunale. Oggi è il penultimo giorno utile per approvare il bilancio di previsione 2013, una manovra da oltre 50 milioni di euro. L’assemblea civica, in seconda convocazione, inizia i lavori alle 9,30. Oltre all’aliquota Imu da modificare, un emendamento del sindaco Mario Pupillo proporrà il ritorno alla Tarsu, congelando quindi l’applicazione della Tares (destinata comunque a scomparire). Le tariffe della tassa sui rifiuti saranno aumentate, in media, del 19% per le abitazioni e del 33% per le attività commerciali e industriali. Questo al fine di coprire interamente i costi di gestione del servizio, che ammontano a poco meno di 5 milioni di euro. Dovranno essere approvati anche il piano degli immobili comunali in vendita e di quelli da valorizzare e quello triennale delle opere pubbliche.

Regolamento trasparenza. In aula approda anche il “Regolamento per la pubblicità e la trasparenza della situazione reddituale e patrimoniale di cariche elettive e di governo”, accolto da malumori in commissione. Il testo prende le mosse dal decreto legislativo dello scorso marzo, che obbliga la pubblicazione, per consiglieri, sindaco, assessori e presidente del consiglio, di una serie di documenti e informazioni: l’atto di nomina o proclamazione, il curriculum vitae, i compensi connessi alla carica, i viaggi di servizio e le missioni, altre cariche o incarichi ricoperti, situazione patrimoniale e dichiarazioni dei redditi (anche del coniuge non separato e dei parenti entro il secondo grado, se acconsentono). Il Comune di Lanciano è in ritardo rispetto a questi adempimenti (il termine è entro tre mesi dalla data della proclamazione o della nomina). I dati saranno pubblicati sul sito istituzionale dell’ente. Il regolamento stabilisce anche delle sanzioni: da 500 a 5 mila euro per chi provvede parzialmente a comunicare le informazioni richieste all’amministrazione, da 3 mila a 10 mila euro, invece, per la mancata ottemperanza.

Stefania Sorge

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