«Auto sulla Via Verde, schiaffo all’Abruzzo» 

Costa dei trabocchi. Fiab e Wwf e l’assalto dello scorso 2 giugno: un autogol al progetto della ciclabile

LANCIANO. «Le auto parcheggiate sulla Via Verde sono uno schiaffo al progetto della ciclabile costiera e un autogol per tutto l’Abruzzo». Così Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) e Wwf intervengono nel dibattito sollevato dalle immagini della ciclovia della Costa dei trabocchi trasformata in un parcheggio nel giorno della festa della Repubblica. «La Via Verde è ancora un cantiere, ma si vende già bene», notano le due associazioni, «è già meta di una diffusa frequentazione, a piedi, in bici, con i pattini, a cavallo. Già presente sui cataloghi turistici. Solo che il tracciato, nella sua interezza, non c’è ancora, né si sa quando sarà reso disponibile per la pubblica, completa e ufficiale fruizione. La parte nord risulta interrotta da gallerie, al centro incombe l’erosione e a sud manca ancora un pezzo del tracciato. Manca anche il collegamento tra Francavilla e Ortona. L’arredo funzionale, nonché il futuro assetto gestionale ancora ci sfuggono».
In questa situazione di incertezza arrivano le immagini di auto parcheggiate lungo la pista, l’uso meno virtuoso che se ne possa fare. «La scena della “profanazione” automobilistica di inizio estate ci preoccupa profondamente», afferma Giancarlo Odoardi, nuovo coordinatore interregionale Fiab, «si tratta di un abuso che va interrotto sul nascere attraverso un controllo e un monitoraggio stretto. In questi territori l’auto va considerata come un virus che, come accaduto per quello vero, non va fatto entrare e non va fatto diffondere». «Le operazioni di marketing territoriale per essere vincenti si devono basare su progetti concreti e seri», aggiunge Filomena Ricci, delegato Wwf Abruzzo, «non si può promuovere una proposta come quella della ciclabile costiera abruzzese e far passare anni senza concluderlo. A suo tempo sollevammo molteplici perplessità su alcuni aspetti tecnici di realizzazione, sull’utilizzo dell’asfalto e soprattutto sulla scelta di modificare una parte del tracciato: evidenziammo come ciò avrebbe determinato ritardi nella realizzazione e problemi di gestione a causa dei fenomeni erosivi in atto. Ma vanificare l’idea stessa di una pista ciclabile consentendo di utilizzarla come un parcheggio è veramente un pessimo biglietto da visita per questo territorio. Questo tratto di costa attende da decenni l’istituzione del Parco nazionale della costa teatina», sottolinea l’associazione, «che sicuramente avrebbe determinato una progettazione e una esecuzione dei lavori molto più in linea con i valori dei luoghi. Il Parco, inoltre, sarebbe fondamentale per la gestione della Via Verde una volta completata, inserendola in un progetto più ampio di conservazione e promozione turistica legato alle grandi aree naturali protette del nostro Paese, capace di attrarre opportuni finanziamenti per garantirne la manutenzione».
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