Avello, fiumi d’acqua perduti alla fonte

Squadra comunale inviata dal sindaco Salvi documenta lo sperpero mentre i rubinetti delle case restano a secco

GUARDIAGRELE. L'acqua c'è, ma non arriva a valle. L'acquedotto dell'Avello è abbandonato a se stesso dopo decenni di incuria, e i sei Comuni del suo bacino soffrono da anni per i continui distacchi distribuiti lungo l'arco dei dodici mesi, fino a veri e propri black-out idrici prolungati in estate. L'emergenza è un paradosso in una zona ricca come poche in Italia di sorgenti capaci di fornire grandi portate grazie all'opera ingegneristica realizzata con mezzi primitivi negli anni Venti del secolo scorso per dissetare un comprensorio che chiedeva più risorse idriche per alimentare industria e artigianato.

Ieri una scoperta clamorosa l'ha fatta la squadra della Polizia municipale inviata in montagna dal sindaco Sandro Salvi, alla vigilia dell'incontro di questa mattina nella sede della Sasi spa, a Lanciano, con il presidente Domenico Scutti. Circa 15 litri al secondo vanno perduti per 365 giorni all'anno in una località che l'amministrazione mantiene per il momento segreta in vista del vertice alla Sasi, anche se la zona dovrebbe essere quella delle Murelle, nel cuore del massiccio della Maiella. Dopo un'escursione in quota compiuta personalmente sabato scorso lungo le installazioni a valle delle sorgenti superficiali, Salvi ha incaricato il comandante, il capitano Lorenzo Di Pompo, di documentare alla fonte le cause dell'emergenza.

«Nel dossier che consegneremo al presidente Scutti», spiega il sindaco, «c'è il nostro approccio costruttivo alla questione, senza polemiche e rivendicazioni ma soltanto l'aderenza ai fatti. A Scutti, che guida la Sasi da appena due anni», riprende Salvi, «non possiamo addebitare un problema che risale non solo alla conduzione della spa prima del suo insediamento alla presidenza, ma anche alle amministrazioni comunali della zona, che erano proprietarie delle reti e avevano l'onere della gestione, quindi avrebbero dovuto verificare le perdite con assidui sopralluoghi e fare la conseguente manutenzione». Salvi, l'assessore alle Manutenzioni Donatello Di Prinzio e il presidente del consiglio comunale Domenico Simeone vanno a Lanciano con il doppio obiettivo di limitare i danni dell'emergenza per questa estate, e soprattutto concordare un calendario di lavori da far partire appena la stagione sarà finita. «Sappiamo che sarà difficile», annota il sindaco, «farci garantire per il mese o poco più di estate che resta una quantità di acqua al secondo maggiore di quella che la Sasi riesce a erogare tra mille problemi. Magari si potrà ottenere un'ottimizzazione dei flussi con manovre più accurate delle valvole alle cisterne. Ma puntiamo invece con decisione», rimarca, «a ottenere fin dal primo autunno nuovi sondaggi in zone stimate ricche di acqua, come il vallone sopra Bocca di Valle. Dobbiamo a tutti i costi scongiurare per l'estate 2013 crisi come quella attuale e degli anni scorsi. È questa l'unica richiesta che la Sasi può realisticamente ricevere in questo momento». I numeri dell'emergenza parlano chiaro. Per alimentare il comprensorio in estate occorrono 80 litri al secondo, che diventano circa 130 se si tiene conto delle rete colabrodo che disperde parte del flusso. Ma l'Avello fornisce in questi giorni meno di 20 litri secondo, mentre altri 30 li eroga l'Aca (gestore del Pescarese) attraverso la stazione di Bocca di Valle. Al netto delle perdite, il flusso ammonta a poco più di 25 litri. E i conti tornano, visto che fino a due giorni fa i rubinetti erano a secco 16 ore al giorno.

Francesco Blasi

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