Bilancio, la mannaia dalla Regione: al Marrucino solo 13mila euro

24 Dicembre 2025

Nel 2025 i contributi ammontavano a 204mila euro. Paolucci (Pd): «Condanna alla chiusura. Salvati solo eventi spot»

CHIETI. È una taglio così netto che bisogna rileggere due volte le cifre per sincerarsi di non aver saltato uno zero. Nel bilancio regionale, alla voce dedicata alle spese per il contributo straordinario, il Teatro Marrucino deve accontentarsi di 13mila euro. Una doccia fredda per il palco teatino, tra i più prestigiosi d’Italia e vanto dell’Abruzzo, calcato negli anni da prestigiosi direttori d’orchestra, protagonisti nazionali della prosa, autori e interpreti di fama internazionale. E dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, accolto in pompa magna la scorsa settimana per la visita alla città in occasione dell’apertura di AmamiTeatro, alla sesta edizione. Il tour in città, le dediche alle bellezze teatine, poi la promessa di tre milioni per «rilanciare il Marrucino», di cui si sprecano le lodi in una serata «senza fini elettorali», aveva sottolineato il ministro.

I numerI

Dalla fanfara al suono sghembo di un violino scordato. Dalle promesse che hanno infiammato di speranza il palco del Marrucino ai numeri della finanziaria. La musica è cambiata con la velocità degna di un colpo di scena: «Se questa storia non fosse drammaticamente vera», commenta Silvio Paolucci, capogruppo regionale del Partito Democratico, «sarebbe difficile anche solo crederci. I fondi regionali destinati al Teatro Marrucino di Chieti, già tagliati con la manovra di Ferragosto, poi ripristinati grazie a una grande mobilitazione istituzionale, politica e civica, sono stati nuovamente cancellati per approvare un bilancio talmente catastrofico da creare danni a tutti i settori di competenza della Regione».

Numeri alla mano: nel 2024 il contributo straordinario destinato al teatro era di 300.000 euro, sceso a 204.045,90 euro nel 2025. Ora il nuovo anno si apre con un contributo che somiglia a una «forma di beneficenza»: una riduzione drastica e progressiva fino a quello che Paolucci definisce «l’azzeramento di fatto del contributo regionale». E prosegue: «Altro che sostegno: questa è desertificazione programmata anche dell’ambito culturale».

«condanna alla chiusura»

A fronte degli appena 13.230,74 euro ammessi come contributo straordinario per uno dei teatri più importanti d’Italia, Paolucci incalza: «Non si tocca un solo euro destinato al Napoli Calcio, alla Notte dei Serpenti, al Festival dannunziano, eventi, questi ultimi, che si svolgono a Pescara, per un totale di 1,1 milioni di euro». In altri termini: «La cultura stabile, istituzionale, che lavora tutto l’anno e costruisce identità e occupazione, può essere sacrificata. Gli eventi spot, invece, no», prosegue il capogruppo dem, «Lo avevamo denunciato già quest’estate, quando la Regione preferiva finanziare notti, festival e sagre, tagliando le Deputazioni teatrali storiche per tentare di coprire il buco della sanità. Oggi quella scelta torna con effetti ancora più gravi e definitivi. Non è una questione di mancanza di risorse, ma di priorità politiche. Per la città di Chieti è una nuova batosta che la comunità non merita e che non merita il teatro, per il suo valore, per la sua storia e per gli impegni presi da presidente, assessore ed esecutivo regionale tutto quando sono stati ripristinati i fondi».

Ora si cammina su un filo sottile, in un gioco di equilibri in cui si dovranno garantire rassegne, stagioni, offerte culturali che mantengano viva la luce che fino ad oggi ha permesso al teatro teatino di brillante in Abruzzo e fuori dai confini della regione. Ma con le casse svuotate e l’amarezza di una promessa inevasa. «Una cifra che equivale, nei fatti, a una condanna alla chiusura come abbiamo denunciato mesi fa», incalza Paolucci. «Siamo di fronte a una doppia beffa senza precedenti: prima il taglio, poi l’annuncio trionfale del ripristino, infine il nuovo colpo di scure, a stagioni in corso. Tutto questo scaricando ancora una volta sulla cultura il peso del debito mostruoso della sanità abruzzese, prodotto da quasi otto anni di governo Marsilio, senza che nessuno paghi politicamente per quel disastro».

LA VISITA DI GIULI

L’ultimo affondo del capogruppo è sulla visita del ministro Giuli nel capoluogo teatino, dove ha aperto la sesta maratona culturale di AmamiTeatro. Dal palco del teatro che oggi vede una mannaia cadere a tutta velocità sui contributi straordinari destinati alla sua offerta culturale, Giulia aveva promesso che «i soldi arriveranno», chiamando a testimonianza della promessa il presidente della Regione Marco Marsilio, che aveva a sua volta precisato: «Non si tratta solo di un intervento per la città di Chieti ma di un investimento strategico per la valorizzazione del suo teatro». «Ci chiediamo allora», conclude Paolucci, «con amarezza ma anche con fermezza: cosa è venuto a fare il ministro Giuli a Chieti, solo pochi giorni fa, a parlare solennemente del valore del Teatro Marrucino davanti a una platea d’eccezione, se subito dopo il partito del presidente Marsilio consuma un atto così crudele e irresponsabile da mettere a rischio l’intera stagione teatrale? A cosa servono celebrazioni, parole e passerelle, se poi i bilanci smentiscono tutto? Il Partito Democratico porterà in Consiglio regionale un emendamento al bilancio per ripristinare integralmente e immediatamente i fondi del Teatro Marrucino sin dall’approvazione, restituendo certezze a un’istituzione che non può vivere di annunci o elemosine».