Palmoli

Bimbi nel bosco, anche Meloni contro i giudici: «Tornino a casa»

15 Dicembre 2025

Ad Atreju Matteo Salvini attacca tribunale e assistenti sociali: «Così hanno tolto serenità ai tre piccoli». E la premier lo segue: «È una questione di buon senso». La Corte d’appello decide entro il 27 gennaio

PALMOLI. Non si trattiene. Nemmeno sul palco di Atreju riesce a evitare di pronunciarsi su quello che, da settimane, è il suo cavallo di battaglia: la difesa della “famiglia del bosco”. Nel suo discorso per la giornata conclusiva della kermesse Matteo Salvini è scatenato. Ce ne ha per tutti, specialmente contro la magistratura. Il primo pretesto è il processo Open Arms, il secondo – e qui l’attacco si fa più veemente – è il caso di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, i genitori della famiglia che viveva nel bosco di Palmoli a cui il tribunale per i minorenni dell’Aquila ha deciso di allontanare, lo scorso 20 novembre, i tre figli per collocarli in una struttura protetta a Vasto.

Il vicepremier è una furia: «Mi vergogno per quegli assistenti sociali e per quei giudici che hanno rubato la serenità a quei bambini. Mi piacerebbe che la stessa solerzia ce l'avessero per liberare i bambini nei campi rom che vivono nello schifo invece che andare a rompere le palle alla gente per bene nei boschi. Spero che tornino a casa entro Natale». E poco dopo la premier Giorgia Meloni rincara la dose: «Si tratta di buonsenso. I figli non sono dello Stato, sono delle mamme e dei papà e lo Stato che pretende di sostituirsi a loro ha dimenticato i suoi limiti».

Per il processo Open Arms, il giorno decisivo sarà mercoledì, in Cassazione. Domani, invece, è il giorno della prossima scadenza giudiziaria per la famiglia del bosco. Entro quella data tutte le parti in causa dovranno depositare memorie scritte alla Corte d’appello dell’Aquila, che poi si esprimerà sul reclamo presentato dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, i difensori di Nathan e Catherine, a cui è stata sospesa la responsabilità genitoriale. La richiesta presentata dai legali è la revoca dell’ordinanza che ha allontanato i tre piccoli di 8 (la bimba più grande) e 6 anni (due gemellini, un maschio e una femmina).

Non ci sarà nessuna discussione in presenza, né in via telematica: il codice di procedura civile, all’articolo 127 ter, prevede che l’udienza possa essere «sostituita dal deposito di note scritte, contenenti le sole istanze e conclusioni». Ed è esattamente ciò che è accaduto per la vicenda di Palmoli. La decisione della Corte d’appello arriverà entro il 27 gennaio, ovvero sessanta giorni dal deposito del reclamo. Il rischio è che i tempi possano dilungarsi ben oltre il Natale, cancellando le speranze del vicepremier.

Dal punto di vista della strategia difensiva, si procede sulla strada tracciata nelle scorse settimane. I genitori hanno dichiarato la propria piena disponibilità a collaborare, sia dal punto di vista del ciclo vaccinale (incompleto per tutti e tre i piccoli) che per quanto riguarda l’istruzione, con un’insegnante, Rossella D’Alessandro, che è stata già contattata dal sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli per un’eventuale attività da precettrice. Un altro segnale del nuovo spirito della coppia è il trasferimento nella casa offerta gratuitamente dal ristoratore ortonese Armando Carusi in attesa che il casolare di Palmoli venga ristrutturato.

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