lama dei peligni

Boom di camosci sulla Maiella

Gli esperti: scommessa vinta, nuova colonia supera 800 esemplari

LAMA DEI PELIGNI. Oltre a godere di ottima salute, sono utili per creare un turismo ecosostenibile: questa è la sintesi del convegno internazionale sul camoscio appennino. Duecento studiosi, provenienti da undici Paesi europei (oltre a Georgia e Turchia), si sono dati appuntamento a Lama per studiare e progettare il futuro dell’ungulato. L’evento, fase conclusiva del progetto Life Coornata, è stato promosso dal Parco della Maiella insieme a Legambiente e ai Parchi d’Abruzzo Lazio e Molise, dei Monti Sibillini, del Gran Sasso e Monti della Laga, del Sirente Velino.

«Il bilancio è sorprendente» dice Franco Mari, project manager del Life Coornata «per la prima volta tutti gli studiosi che ospitano sul loro territorio sottospecie di camoscio si sono incontrati per scambiare la loro esperienza, come affrontare le problematiche e la gestione e la conservazione della specie». «Il convegno» commenta Antonio Antonucci, zoologo del Parco della Maiella organizzatore del convegno, «ha vantato anche ottime presenze: circa 200 partecipanti e studiosi provenienti da 11 Paesi europei, oltre a Georgia e Turchia. La presenza del camoscio sulla Maiella è una scommessa vinta considerando che, all’inizio del ‘900, erano appena trenta gli esemplari censiti, un numero a rischio di estinzione. Nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, colonia madre e unica area che dove non si sono mai estinti, oggi gli esemplari sono 530. Il vero boom però è quello del Parco della Maiella, dove una nuova colonia, nata dagli anni 90, è arrivata a superare gli 800 esemplari. Altra popolosa colonia è quella del Gran Sasso dove, dal 1992, sono lievitati a 500 esemplari. L’ultimo insediamento è quello del Parco dei monti Sibillini dove, dal 2008, sono diventati 60 di cui buona parte nati dal 2010».

Matteo Del Nobile

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