Bucano il pavimento e svaligiano le Poste

21 Novembre 2017

Banditi in azione fin dalla notte. All’arrivo del direttore lo minacciano con un coltello e lo legano. Poi la fuga con 20mila euro

SAN VITO. Travestiti da imbianchini rubano 21.000 euro dall’ufficio postale dopo aver minacciato con un coltello il direttore. Poi fuggono a piedi. Rapina ieri mattina, attorno alle 8, alle Poste di San Vito marina. Il colpo, studiato nei minimi particolari, inizia però ore prima. I malviventi, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di San Vito e della compagnia di Ortona, guidati dal maggiore Roberto Ragucci, nel cuore della notte si sono introdotti in un locale di servizio sotto l’ufficio postale, che è accanto alla chiesa della Madonna del Porto. Un locale che contiene anche la caldaia. Qui, con martelli e trapani, hanno sfondato il solaio e sono sbucati al piano superiore, direttamente nel bagno dell’ufficio. L’unica stanza a non avere l’allarme. Particolare che i malviventi conoscevano. Una volta in bagno, infatti, non si sono mossi. Hanno atteso che facesse giorno e che arrivasse il direttore. Questi, Giancarlo S., appena entrato ha tolto l’allarme e i due ladri lo hanno bloccato. Puntandogli un coltello alla gola lo hanno minacciato di aprire la cassaforte a tempo. I due, camuffati da imbianchini per non dare nell’occhio mentre portavano gli attrezzi da lavoro usati per sfondare il solaio della caldaia e con il cappuccio sceso sul volto, hanno preso i soldi. Ma, prima di fuggire a piedi, hanno legato con fascette di plastica mani e piedi del direttore. L’uomo è riuscito a liberarsi da solo e ha chiamato i carabinieri. Al loro arrivo, però, dei malviventi non c’era più traccia. Dopo aver percorso un tratto a piedi, visto che un’auto nella stradina stretta che porta all’ufficio poteva essere facilmente bloccata, molto probabilmente sono saliti su una macchina guidata da un complice. Indagini delicate per i militari che possono contare sull’unica testimonianza del direttore, che ha parlato di uomini travestiti da operai, che parlavano in italiano, che lo hanno atteso dentro l’ufficio e minacciato con un coltello. Uomini che conoscevano benissimo il posto, tanto da sapere anche che nell’ufficio l’unico locale senza allarme, fino a ieri, era il bagno, che la casa adiacente era vuota e che l’ufficio di solito si popola di clienti a metà mattinata, quindi potevano agire quasi indisturbati. «Non eravamo in casa», dice la famiglia che abita sul retro delle Poste, «altrimenti avremmo sentito i rumori. Tempo fa avevano tentato di entrare anche da noi. Questa è la terza rapina che l’ufficio subisce». I militari sperano di trovare qualche aiuto magari dalle riprese delle telecamere di sorveglianza di alcuni locali e negozi della zona, anche se non sarà facile. Potranno anche confrontarsi con i colleghi di Vasto. Il colpo di ieri ricorda, infatti, quello di due settimane fa all’ufficio postale dell’Incoronata. Anche a Vasto i ladri sono entrati in azione durante la notte, si sono calati nel seminterrato dell’ufficio postale e, aiutandosi con trapano e martelli, hanno aperto un buco nel muro del bagno, per poi attendere l’arrivo della direttrice. Appena la donna è entrata l’hanno minacciata con una pistola per farle aprire la cassaforte. Il colpo è fallito per l’arrivo inatteso di una impiegata che ha iniziato ad urlare.
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