torrebruna: fucilata fatale

Cacciatore ucciso Oggi la perizia con il manichino

TORREBRUNA. Oggi per Torrebruna è il giorno della verità. Dopo il giuramento davanti al procuratore capo facente funzione del tribunale di Vasto, Giancarlo Ciani, un perito andrà a Guardiabruna per...

TORREBRUNA. Oggi per Torrebruna è il giorno della verità. Dopo il giuramento davanti al procuratore capo facente funzione del tribunale di Vasto, Giancarlo Ciani, un perito andrà a Guardiabruna per eseguire l’“esperimento giudiziale”, ossia la ricostruzione dell’incidente di caccia di due domeniche fa costato la vita a Nicola Costanzo, 58 anni, di Torrebruna. Il mezzo di prova disposto dalla Procura per accertare la corretta dinamica della tragedia è disciplinato dal codice di procedura penale agli articoli 218 e 219 nei casi in cui sia necessario fugare ogni dubbio.

La perizia comincerà alle 12 in località Mattioni, a Guardiabruna. Al posto della vittima sarà usato un manichino. La scena sarà filmata e fotografata. All’esperimento giudiziale saranno presenti il medico legale, Pietro Falco, il cacciatore indagato, di Castelguidone, e i suoi legali, gli avvocati Giovanni Cerella e Giacomo Nicolucci, i Ris dei carabinieri, i periti e il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Guido Colella. Unica incognita le condizioni meteo.

L’ipotesi di reato è omicidio colposo. L’autopsia eseguita dal medico legale Pietro Falco ha accertato che l’uomo è morto a causa di un solo colpo di fucile che ha determinato lo sfacelo della zona encefalica del cranio. Gli interrogatori e le perizie hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di un solo cacciatore.

«Il mio cliente è convinto di non essere stato lui a premere il grilletto», sostiene l’avvocato Giovanni Cerella. In base ai risultati dell’esperimento giudiziale gli investigatori stabiliranno la traiettoria del proiettile, la distanza da cui è partito il colpo e il tipo di munizione, se e come il ferito poteva essere salvato. Dopo aver valutato il materiale probatorio il procuratore Ciani stabilirà l’imputazione. La Procura ha disposto l’esperimento giudiziale per fugare ogni dubbio. Al momento restano sotto sequestro nove fucili. Anche il fucile di Costanzo è stato portato in Procura. Non è escluso che presto molti fucili vengano riconsegnati ai loro proprietari.

Costanzo, a detta dei cacciatori della provincia e dei paesani, era un abile ed esperto cacciatore.

Non a caso le perizie eseguite fino ad oggi hanno confermato che l’uomo non ha commesso da parte sua alcuna imprudenza o errore che possano aver favorito la disgrazia. (p.c.)

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