«Così ho scoperto il truffavelox», parla il camionista che ha fatto scattare l’inchiesta con cinque vigili indagati

Fabio Di Nardo: «Ho denunciato per tutelare chi non si può difendere. Non mi sono accontentato della multa annullata, tutti devono avere giustizia»
TORREVECCHIA TEATINA. «Io non ho mai girato la testa dall’altra parte. Potevo accontentarmi della mia multa annullata. E invece no: sono andato fino in fondo. L’ho fatto per i quattro ragazzi che lavorano nella mia azienda e per i miei concittadini di Torrevecchia Teatina che ogni giorno vanno a Francavilla per lavorare o, semplicemente, per fare la spesa. L’ho fatto per tutti gli automobilisti che non hanno gli strumenti per difendersi». Fabio Di Nardo, 42 anni, è il camionista che ha scoperchiato il vaso di pandora dello Speed scout, l’autovelox mobile utilizzato dalla polizia municipale della cittadina adriatica nonostante rilevasse violazioni della velocità mai avvenute.
Dal suo esposto, inviato alla procura della Repubblica di Chieti il 20 settembre 2023, è partita l’inchiesta su quello che è stato ormai ribattezzato Truffavelox. Un’indagine che, proprio in questi giorni, è arrivata al capolinea dopo il sequestro del dispositivo incriminato: ora cinque agenti della polizia municipale rischiano di finire sotto processo per i reati, entrambi aggravati, di «falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico» e di «soppressione, distruzione e occultamento di atti veri».
Lei non si è accontentato dell’annullamento della multa.
«No. Sono andato fino in fondo per tutti gli automobilisti che, ogni giorno, transitano per Francavilla. Una semplice automobile, solitamente, non ha gli strumenti di registrazione della velocità. Tanto per essere chiari: se il verbale che ho ricevuto io fosse arrivato al conducente di una qualsiasi utilitaria, lui non avrebbe avuto nulla in mano per difendersi e sarebbe stato costretto a pagare una multa totalmente ingiusta».
E ha inviato l’esposto.
«Sì, perché tutti devono avere giustizia. Nella vita non bisogna mai essere egoisti. E non ho voluto fare il solito italiano che si lamenta e che, per evitare qualsiasi tipo di problema, paga anche quando non dovrebbe. Io voglio pagare, ma solo quando sbaglio».
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