Campane assordanti sul duomo in piazza «Decibel fuorilegge»

Guardiagrele, il Comitato civico mostra i risultati dei rilievi «Intervenga il sindaco per tutelare la salute pubblica»

GUARDIAGRELE. Continuano a moltiplicarsi le lamentele della gente per il suono delle nove campane della chiesa di Santa Maria Maggiore, ritenuto troppo assordante. «Non passa giorno», osserva l’ex consigliere comunale Nello Iacovella, «che al nostro Comitato civico non riceviamo qualche protesta per l'’eccessivo rumore prodotto da quelle campane. Nelle scorse settimane, a nostre spese, abbiamo incaricato il laboratorio Galeno di Ortona, di effettuare dei rilevamenti con uno speciale fonometro e i risultati sono stati a dir poco allarmanti. Si è potuto accertare», continua Iacovella, «che il rumore prodotto dalle campane arriva a 103 decibel, un limite quindi ben al di sopra di quello consentito dalla legge. Una quota che, nella scala del rumore, si colloca tra i 100 e i 110 decibel, precisamente tra un livello che può provocare la sordità temporanea o la nausea e un altro che provocherebbe invece capogiri ed emicranie. A difesa della salute pubblica», conclude Iacovella, «chiediamo quindi un incontro urgente con il sindaco Sandro Salvi, quale massima autorità sanitaria cittadina, affinchè chi di dovere faccia regolamentare al più presto il suono di quelle campane, con una sensibile diminuzione dell’intensità, altrimenti saremo costretti, nostro malgrado, a ricorrere alle vie legali».

Se da un lato c’è chi si lamenta per i rintocchi delle campane della trecentesca chiesa, dall’altro però c’è anche chi ricorda che l’uso delle campane, da tempo immemorabile, è un segno ritualmente importante, il cui significato va ben oltre il semplice riscontro fisico. «Quel suono», ricorda il locale coordinatore della Destra, Paolo Damiano, «richiama i fedeli alla preghiera e annuncia fasti e nefasti della comunità cristiana. Insomma, sembra nascere un conflitto tra la tutela della salute e la salvaguardia delle tradizioni religiose e storiche». «In materia di giurispudenza penale e civile», osserva l’avvocato Graziano Benedetto, «bisogna effettuare una distinzione tra il suono delle campane al di fuori delle funzioni religiose e quello collegato alla liturgia. Nel primo caso», spiega Benedetto, «l’utilizzo non differisce dall’uso di un qualsiasi strumento sonoro e, quindi, come qualsiasi altra sorgente, deve rispettare i limiti imposti dalla legge. Se invece l'uso è collegato a funzioni religiose, allora entrano in gioco gli accordi di revisione del Concordato tra la Repubblica Italiana e la Chiesa Cattolica che garantiscono a quest’ultima la libertà di pubblico esercizio del culto. Questo però», conclude Benedetto, «non significa fare un uso indiscriminato del suono delle campane».

Giovanni Iannamico

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