Cardiologo di Francavilla in viaggio salva un passeggero sul Frecciarossa

15 Ottobre 2025

Il medico Antonio Di Renzo racconta il soccorso e lancia l’appello: «Tutti devono fare corsi per il defibrillatore»

FRANCAVILLA AL MARE. Con un massaggio cardiaco e l'ausilio del defibrillatore salva la vita ad un passeggiero sul treno Pescara-Milano. Protagonista della storia a lieto fine è Antonio Di Renzo, 30 anni di Francavilla al Mare, medico cardiologo all'Humanitas di Milano, che domenica sera, proprio mentre era a bordo del Frecciarossa per tornare nel capoluogo lombardo, si è reso protagonista di un gesto eroico, con cui ha salvato la vita ad un passeggero colto da attacco cardiaco.

Ed è proprio il medico cardiologo, con laurea alla Sapienza e specializzazione al Gemelli di Roma, a raccontare quei momenti: «Ero appena salito sul treno per tornare a Milano. Non ho nemmeno fatto in tempo a prendere posto che un signore – credo abbia avuto sui 75 anni – è crollato a terra sul corridoio, cadendo con la faccia in avanti». Di Renzo ha immediatamente capito quello che stava accadendo: «Mi sono reso conto della gravità non solo per la caduta innaturale dell’uomo, ma anche perché la moglie gridava ad altra voce dicendo che il marito fosse cardiopatico».

Da qui è partito l'intervento: «Ho preso il polso, che però era assente. Lì ho iniziato il massaggio cardiaco, chiedendo immediatamente al personale di bordo se ci fosse un defibrillatore o pallone di Ambu. Per fortuna c’era il defibrillatore a bordo. Sul treno erano presenti alcuni colleghi, che mi hanno dato una mano». E prosegue: «Il signore ha risposto subito alle sollecitazioni, riprendendo il respiro, anche se affannato. Io ho proseguito con il massaggio cardiaco, mentre il torace si allargava. Sono andato avanti per una decina di minuti, fin quando l'uomo non ha ripreso conoscenza».

Scongiurato il peggio, si è passati alla fase due dell'intervento: «Al capotreno è stato chiesto di fermare il convoglio alla prima stazione utile, ovvero quella di Giulianova. Lì è arrivata un’ambulanza, preventivamente chiamata. Ho accompagnato il paziente, parlando con i colleghi che lo hanno preso in consegna. In quel momento lui era collaborativo, rispondeva alle mie domande. Gli ho chiesto se fosse allergico a qualche farmaco, lui mi ha risposto negativamente. Poi, dopo aver dato le consegne ai sanitari che lo hanno preso in cura, sono risalito a bordo del treno che ha proseguito il suo viaggio verso Milano».

L'uomo, ricoverato in ospedale a Teramo, appare fuori pericolo. Tuttavia il cardiologo francavillese tiene a mettere in risalto alcuni aspetti di questa vicenda a lieto fine: «Voglio sottolineare due fattori: il primo riguarda l'utilità di avere un defibrillatore in ogni luogo pubblico in cui tanti si possono trovare. Come accaduto in questa situazione, può risultare provvidenziale. Per non dire vitale. Il secondo invece riguarda la formazione del personale: per usare un defibrillatore non occorre avere una laurea, ma bastano semplici corsi per sapere come utilizzarlo. Talvolta è sufficiente collegarlo al paziente e poi va in autodiagnosi, prima di intervenire. Però è necessario che lo si sappia utilizzare. Credo che sarebbe opportuno organizzare sempre più corsi».

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