Cavalcavia Saraceni, ecco i lavori L’accesso al porto tornerà sicuro
Aggiudicata l’opera di rifacimento della bretella che collega lo scalo marittimo con la statale Adriatica La strada in zona sudest presenta evidenti segni di degrado a causa del transito di tanti mezzi pesanti
ORTONA. Aggiudicati i lavori per la messa in sicurezza del cavalcavia Saraceni, unico collegamento tra la statale Adriatica e il porto per i mezzi pesanti. Sorridono quindi gli ortonesi e gli operatori dello scalo marittimo: presto si tornerà a viaggiare verso il porto in piena sicurezza. La determina firmata dai dirigenti del Comune è di pochi giorni fa e conferma l’aggiudicazione dei lavori per un totale di 244mila euro, coperti con Fondi Pnrr, alla ditta Meridionale costruzioni group.
Il viadotto Saraceni, opera a scavalco lunga 170 metri che ricade su un’area demaniale marittima nella zona di innesto con via Cervana, consente il collegamento diretto tra la statale 16 Adriatica e l’area portuale, scavalcando tutte le interferenze a terra, compresa la linea ferroviaria, Adriatica al km 2+29 del tratto tra le stazioni di Ortona e Casalbordino. L’infrastruttura si colloca all’estremità sudest del territorio comunale, in prossimità della località San Donato. La precedente amministrazione comunale (oggi il Comune è commissariato), nell’ambito delle proprie competenze e con proprie risorse, aveva avviato tempo fa una serie di indagini per valutare lo stato di conservazione del cavalcavia per preservarne la funzionalità. In quell’occasione sono emerse criticità che denotano gli effetti del progressivo deterioramento dell’infrastruttura, dovuto al tempo ed all’intenso flusso di veicoli pesanti che attraversano da anni il cavalcavia per raggiungere il porto. Il cavalcavia «presenta un avanzato stato di ammaloramento delle strutture», recitava la delibera dello scorso settembre, «le quali, a causa della vetustà e delle notevoli sollecitazioni derivanti dal transito veicolare legato all’operatività portuale locale, denotano evidenti condizioni di degrado nonché il distacco pressoché diffuso dei relativi dispositivi coprigiunto».