Centro studi rossettiani «Ecco i compensi d’oro»

D’Alessandro (indipendente) contesta le retribuzioni per direttore e coordinatore Il sindaco Lapenna: l’ente è un’eccellenza grazie alle competenze di chi ci lavora

VASTO. Su 70mila euro stanziati dal Comune per mantenere in vita il Centro europeo studi rossettiani, la metà viene spesa per il personale: il direttore Gianni Oliva, noto docente universitario e il coordinatore scientifico Mirko Menna. Lo rende noto Davide D’Alessandro, consigliere comunale indipendente che, dopo aver fatto le pulci alla Scuola civica musicale suscitando il disappunto dei docenti, ha messo sotto la lente di ingrandimento il Centro nato nel 2008 con il compito di creare un archivio internazionale sulla famiglia Rossetti, organizzare convegni di studio, seminari, corsi di aggiornamento e curare i rapporti con le Università.

«Non so se il Centro europeo studi rossettiani sia un’eccellenza locale, come afferma il sindaco Luciano Lapenna, certo è che il direttore e il coordinatore scientifico portano a casa somme spropositate, invidiate anche da eccellenze fuori dal locale», attacca D’Alessandro, «va messo in evidenza che il totale da loro percepito ammonta a circa metà della somma che il Comune elargisce al Centro, cioè 70 mila euro. Per la verità, all’inizio, il costo della struttura che, sempre secondo il sindaco, porta il nome di Vasto nel mondo, aveva superato di gran lunga i 100 mila euro annui. Poi, qualche articolo mal digerito, alcuni miei interventi in consiglio e la revisione di spesa, hanno abbassato le pretese del Centro, dimostrando che si possono fare le stesse cose anche con meno soldi».

Il consigliere sostiene che i compensi per il personale siano troppi alti. «Lapenna sostiene che il Centro è una perla per la comunità vastese, che ci viene invidiato da tante città, ma l’ha detto anche per il parcheggio multipiano, regalato per trent’anni a mille euro al mese», aggiunge l’esponente della minoranza, «il sindaco è un fenomeno nel mistificare la realtà, soltanto lui sa chi ce lo invidia e perché. Io ritengo che la missione del Centro debba essere diversa. E, soprattutto, ritengo che i costi, gravanti sulle spalle dei cittadini, debbano molto più bassi».

Insomma il settore cultura viene passato al setaccio. In Comune parlano di «macchina del fango che non intimidisce né intimorisce nessuno. Il Teatro Rossetti, la Scuola civica musicale e il Centro studi rossettiani, grazie alla grande professionalità e alle raffinate competenze di chi ci lavora, sono eccellenze locali», replica il sindaco, «che questa amministrazione non ha alcuna intenzione di chiudere o umiliare».

Anna Bontempo

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