Chieti, 10 casi di scabbia fra i profughi

L’ultimo gruppo di immigrati giunto nella notte in città è infetto di questa malattia. Sono una decina, su un totale di 30 immigrati, le persone a rischio contagio. Preoccupazione tra i volontari

CHIETI. Ore 3,30: scatta l’emergenza scabbia. L’ultimo gruppo di profughi giunto nella notte in città è infetto di questa malattia. Sono una decina, su un totale di 30 immigrati, le persone a rischio: tutti giovani con età compresa tra i 20 e i 24 anni. L’allarme è scattato al pronto soccorso del policlinico di Colle dell’Ara e, per diversi minuti, ha colto in contropiede medici e altri pazienti in attesa tra i quali anche una donna incinta. I profughi sono arrivati in ospedale su un pulmino scortato dalla polizia e su disposizione del prefetto, Fulvio Rocco De Marinis. La loro prima destinazione era il Villaggio della Speranza di suor Vera D’Agostino dove dei 90 profughi finora trasferiti a Chieti, dal centro di accoglienza di Ragusa, ne erano rimasti solo nove per effetto delle espulsioni e delle fughe a catena verificatesi nei giorni scorsi. La suora non avrebbe avuto alcun problema ad accogliere negli chalet del villaggio-impresa anche questo nuovo gruppo composto da eritrei – almeno così hanno dichiarato alla polizia – sprovvisti però di documenti ma con un certificato medico rilasciato dai medici di Ragusa dove si parla di scabbia. Dall’ospedale lo hanno confemato al Centro: «Sono almeno dieci casi di infezione già trattati però a Ragusa. Abbiamo raccolto questi profughi in una stanza attigua al pronto soccorso dove non c’è passaggio di altri pazienti», racconta la dottoressa Maria Di Felice che, ieri notte, era in prima linea al pronto soccorso, «poi abbiamo rintracciato l’infettivologo per un secondo trattamento sui malati. Ma lo stesso specialista ci ha rassicurato che non c’è più alcun pericolo di contagio perché l’infezione era già stata trattata».

I profughi sono stati sfamati e quindi riconsegnati alla prefettura che, sempre nella notte, li ha riportati nel villaggio di suor Vera. Per i poliziotti è però scattato l’ordine da parte dei superiori di indossare guanti di lattice. Sempre dalla questura non negano il timore che, così come si sono verificati nuovi arrivi di persone in trattamento per la scabbia, nessuno può escludere altri tipi d’infezione. Tra le più diffuse in Nord Africa peraltro c’è quella da virus dell’Ebola. Ma per ora si viaggia nel campo delle ipotesi e di una prevenzione che comunque a Chieti è scattata.

La scabbia è un'infezione contagiosa della pelle che si verifica tra gli esseri umani e in altri animali. È stata classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una patologia legata all'acqua. È causata da un parassita molto piccolo e di solito non direttamente visibile, l'acaro Sarcoptes scabiei, che s’inocula sotto la pelle del soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico. L'infezione negli animali (causata da specie di acari simili) viene chiamata rogna sarcoptica. La malattia può essere trasmessa da oggetti, ma più spesso dal contatto diretto pelle-pelle, con un elevato rischio dopo un contatto prolungato. Ma il trattamento terapeutico a cui sono stati sottoposti i profughi giunti a Chieti è comunque sufficiente per scongiurare il rischio di contagio. Così dicono i medici.