le proteste

Chieti a secco anche a cena. Gaffe Aca: l’acqua torna alle 24

Tutta la città resta a secco proprio nel giorno della delibera antisiccità che costa 9 milioni di euro. E il sindaco Di Primio pensa al complotto e attiva l'ufficio legale

CHIETI. Rubinetti a secco e pioggia di proteste per la gaffe dell’Aca che annuncia la sospensione idrica per lavori fino alle 18. Ma l’acqua torna a tutti solo alle 24 con il centralino dei pompieri ieri sera preso d’assalto, gli oppositori di Di Primio (leggi Chiara Zappalorto e Altra Chieti) sul piede di guerra ed i cittadini imbufaliti. L’errore di comunicazione c’è stato, ma il Comune c’entra in parte. Ha avvisato venerdì e domenica su indicazioni date dall’Aca che evidentemente ha sottostimato i tempi dell’intervento. Ironia della sorte, la gaffe si consuma proprio nel giorno della delibera anti-siccità approvata dalla Regione per un importo di 9 milioni di euro. Si chiamano Reti duali e sono in grado di far passare da una parte l’acqua potabile e dall’altra quella non potabile ma utilizzabile per un’infinità di usi. A cominciare da quelli industriali, per cui oggi si consuma un enorme di quantità di acqua potabile. Con le reti duali basta sprechi di acqua potabile e, soprattutto, basta con le croniche carenze idriche. La delibera stanzia fondi per l’ampliamento delle reti cittadine e per il disinquinamento del fiume Pescara. I due progetti sono collegati, perché l’acqua del fiume, se rimane fortemente inquinata così com’è attualmente, non può essere utilizzata per nulla. Se viene invece migliorata, potrà finire nel sistema idrico cittadino, ovviamente non destinata ad essere bevuta. I fondi sono stati stanziati in due tranche: 6 milioni per il disinquinamento del Pescara, e serviranno, dunque, a potenziale il depuratore di San Martino, altri 3 milioni alle reti duali. Il progetto prevede anche la possibilità di rimettere in funzione il potabilizzatore di S. Martino, altro elemento essenziale di questo sistema. Il potabilizzatore potrebbe funzionare, infatti, come un centro per immettere in rete acque non potabili ma di qualità. Simbolo di sperpero di denaro pubblico, l'impianto di S. Martino, formato da due diversi potabilizzatori e costato complessivamente 25 milioni di euro, non è riuscito mai ad entrare in funzione. La magistratura aprì anche un'inchiesta, venendo così a scoprire che la struttura non poteva funzionare perché le acque del Pescara erano talmente inquinate da non poter essere rese potabili. L’impianto, tra l’altro, era destinato in origine proprio ad alimentare anche una rete duale, già in parte realizzata, a servizio di grandi aziende. Il presidente del Consorzio di bonifica Centro, Roberto Roberti, aveva già da tempo avanzato un progetto in tal senso. Fin da quando, nel 2012, una legge regionale firmata dall’allora assessore all’Agricoltura, Mauro Febbo, riordinò il sistema affidando ai consorzi di bonifica la completa gestione delle acque non potabili. Roberti si era subito fatto avanti chiedendo di poter gestire il potabilizzatore di San Martino e farlo finalmente funzionare per alimentare una rete duale. Sulla sua pagina Facebook questa mattina il sindaco Di Primio se l'è presa contro il centrosinistra che governa l'azienda consortile Aca: "Dopo i disagi che hanno subito i cittadini ed i disservizi patiti dalle attività, con il sospetto che quello che è accaduto ieri non sia casuale a 10 giorni dal voto", ha annunciato Di Primo sul su profilo fb "ho deciso di dare mandato all'ufficio legale del comune di verificare se non siano ravvisabili nella condotta dell'Aca, carrozzone politico tanto caro alla sinistra e dove hanno trovato occupazione tanti compagni, elementi penalmente rilevanti e/o civilmente significativi anche in termini risarcitori. Ieri a causa della loro inefficienza la città è stata messa in ginocchio. Non per una rottura improvvisa, ma per una manutenzione programmata, i tempi si sono dilatati a tal punto da raddoppiarsi rispetto al comunicato. Inoltre con la reimmissione nella rete dell'acqua manca per 12 ore, continuiamo a contare rotture su tutto il territorio".