Chieti, autovelox dei record sulla Tiburtina: respinti tutti i ricorsi 

Brecciarola, quattro giudici di pace bocciano le istanze di altrettanti automobilisti. Da dicembre ad oggi 21mila verbali: nel primo mese 150 multe al giorno, ora 88

CHIETI. Niente da fare: le multe dell’autovelox alla Brecciarola si devono pagare. Si mettano l’anima in pace gli automobilisti incappati nell’inclemenza della macchinetta che immortala la violazione del codice della strada per eccesso di velocità sul tratto di strada statale Tiburtina che da Chieti Scalo porta verso Manoppello Scalo. Ben quattro giudici di pace di Chieti, in altrettante distinte sentenze - sono una cinquantina in tutto i ricorsi - hanno rigettato le istanze che puntavano a chiedere la nullità della multa ritenendola illegittima anche per il fatto dell’omessa identificazione del conducente perché l’auto era utilizzata da più persone e per mancanza di visibilità della postazione di controllo.
Diecimila veicoli al giorno. Lo scorso luglio ha fatto registrare una media di 96 multe al giorno, per un totale di 2.988 infrazioni mensili. Nel primo mese di attivazione dell’autovelox - dicembre 2016 - le multe erano state in media di 150 al giorno, oggi scese a 88. Il picco delle infrazioni viene registrato in coincidenza col fine settimana, quando, a detta della polizia municipale, sono tanti gli automobilisti che passano da lì per raggiungere i centri commerciali della zona. In quel tratto di Tiburtina transitano mediamente 10mila veicoli al giorno. In sette mesi e mezzo di funzionamento dell’autovelox sono state fatte 21mila multe, la maggior parte delle quali per eccesso di velocità non oltre i 10 km/h: significa che la sanzione ammonta a 41 euro e ciò non comporta il ritiro di punti dalla patente di guida.
I motivi delle decisioni. Sono diversi per ciascuna sentenza. Se per un giudice «in assenza di una specifica querela di falso, devono ritenersi per valide le attestazioni del pubblico ufficiale contenute nel verbale di contestazione» e «la documentazione fotografica dimostra la presenza ben visibile dell’agente accertatore nonché la presenza e il posizionamento del cartello indicante l’attività di rilevamento elettronico della velocità», per un altro «l’apparecchiatura risulta essere stata verificata in tempo assolutamente adeguato», e il prefetto, con decreto, «ha autorizzato l’installazione dei rilevatori fissi di velocità nel tratto stradale in questione». E poi «anche l’assenza dell’effetto deterrente non merita accoglimento: il Comune infatti, sta sanzionando comportamenti in violazione di una norma di legge». Ancora: «pur essendo di proprietà dell’Anas, la Tiburtina insiste sul territorio del Comune di Chieti e la polizia municipale è competente sull’intero territorio comunale a esercitare funzioni di polizia giudiziaria, di polizia stradale e di pubblica sicurezza».
Le reazioni. «L’autovelox utilizzato è una delle strumentazioni più affidabili e precise esistenti sul mercato. Le sentenze emesse a Chieti che hanno rigettato i ricorsi», commenta Fabio Primiterra, vicecomandante della polizia locale, confermano la correttezza del nostro lavoro e la bontà delle scelte fatte dal comando di polizia municipale e dall’amministrazione comunale. Mi auguro che queste sentenze fughino ogni dubbio sulla correttezza degli accertamenti eseguiti e sulla legittimità delle sanzioni. Per gli effetti del sistema di controllo della velocità sulla incidentalità stradale, i dati in nostro possesso sono oltremodo incoraggianti: infatti in quel tratto di strada non si sono più registrati incidenti di alcun tipo, mentre in passato purtroppo quel tratto viario è stato teatro di gravi sinistri anche con esito mortale». Per Mario Colantonio, assessore alla viabilità, «i dati dimostrano l’esatta analisi e programmazione fatta nel mettere in quel punto l’autovelox con grande beneficio per la collettività di Brecciarola con forti rallentamenti su tutto il territorio della contrada. E la dimostrazione è che in quella zona il sistema sanzionatorio si è ridimensionato rispetto all’inizio. Questo deve essere lo spirito dell’autovelox», conclude Colantonio, « erché col tempo persegue il trasgressione seriale e che con l’auto va sempre forte».
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