Chieti, cade nel cantiere, muore dopo 3 mesi

Mario Cavallo, 75 anni, era scivolato nel fosso dove erano in corso lavori post alluvione: due indagati per omicidio colposo
CHIETI. Cento giorni esatti di agonia prima della morte. Mario Cavallo, 75 anni, non ce l’ha fatta. Due agenti della polizia stradale lo avevano salvato tirandolo fuori appena in tempo da un canale a Brecciarola dove il Comune aveva aperto uno dei tanti cantieri del dopo alluvione. Era il 13 marzo scorso. Cavallo era scivolato mentre osservava i lavori in corso d’opera. A testa in giù, nell’acqua gelata, era stato soccorso dal 118 e trasportato all’ospedale di Chieti quasi in stato di ipotermia dal quale, nel pomeriggio, si era però ripreso.
Le sue condizioni, in quel momento, non sembrano gravi. Invece lo erano. I venti giorni iniziali erano diventati novanta. E Cavallo che, secondo un primo referto, aveva riportato un semplice seppur grave trauma cranico, era in realtà rimasto paralizzato alle braccia, alle gambe e al torace.
Da quel momento comincia il calvario di un uomo conosciuto e stimato a Brecciarola, padre di un poliziotto in servizio alla questura di Pescara, e sfortunato per aver pagato con la vita la curiosità legittima che ogni cittadino può avere di fronte a lavori ben fatti, oppure no, da parte del Comune. Quel canale, che si trova duecento metri prima del Villaggio della Speranza di suor Vera D’Agostino, era rimasto ostruito a tal punto che l’acqua del nubifragio era finita, come una cascata, sulla Tiburtina. Era quindi necessario intervenire con ruspe e operai. Ma per delimitare il fosso liberato dai rami erano stati apposti solo tondini di ferro e un nastro biancorosso. Nel punto esatto dove Cavallo inciampò c’era anche un cordolo insidioso e fatale. Una volta caduto nel canale, l’anziano aveva cercato aiuto, poi però era rimasto immobile in mezzo all’acqua fino all’arrivo del cugino, Gino Cavallo, che aveva scambiato sulle prime quel corpo per un sacco ma poi era corso sulla Statale dove, in quel momento, passava una pattuglia della polstrada di Piano D’Orta.
Paralizzato dopo la caduta, Mario Cavallo era stato trasferito e operato al Neurochirurgico di Pescara, quindi era stato riportato a Rianimazione a Chieti e infine trasferito nel Centro risvegli di Villa Pini dove, aiutato nelle funzioni vitali con un respiratore artificiale, è sopravvissuto fino a ieri.
La sua morte ha immediatamente innescato un’inchiesta per omicidio colposo, condotta dal procuratore capo Pietro Mennini che ha iscritto nel registro degli indagati il titolare del cantiere e il responsabile della sicurezza incaricato dal Comune. Ma solo l’autopsia, affidata a Cristian D’Ovidio e prevista oggi a Villa Pini, chiarirà se c’è un nesso tra la caduta, la morte e l’assenza di un parapetto davanti a quel fosso.