Chieti, decapitata a martellate la statua di Gesù

Vandali scatenati al Tricalle: era un dono all’ex parroco don Panfilo. Oggi l’arcivescovo nomina il nuovo canonico che non vuole più il monumento

CHIETI. Decapitata la statua di Gesù realizzata dallo scultore Vittorio Pollio e installata davanti alla chiesa di San Francesco Caracciolo al Tricalle.

Un grave atto vandalico oltre che sacrilego che offende non solo il simbolo più alto della cristianità, ma anche la sensibilità dell’ex parroco don Panfilo Argentieri al quale l’opera realizzata in bronzo e marmo era stata donata.

«Mi si è spezzato il cuore quando ho visto la statua del Cristo decapitata e poi mandata in frantumi» racconta con l’amaro in bocca l’autore dell’opera «ma mi sono sentito ancora più addolorato dalla risposta del nuovo parroco don Michele Panissa il quale alla mia richiesta di ripristino della statua ha risposto con un secco no. Anzi» riferisce Pollio «ha detto che il monumento doveva essere tolto perché era pericoloso. Ho fatto presente allora al parroco che ero disposto a mie spese a creare una bella struttura in ferro battuto per proteggere l'opera o almeno di metterla nella chiesa. Lui però non ha voluto sentire ragioni».

Il complesso scultoreo è rimasto molto danneggiato, perchè è stato scardinato con forza, ma Pollio è disposto a farsi carico di tutte le spese per ridare forma e vita non a un semplice oggetto, ma a un simbolo di grande valore ecumenico.

Nella scultura, infatti, vengono rappresentati anche i simboli delle altre religioni.

Pollio non si dà pace per la risposta negativa che avrebbe espresso il nuovo parroco in merito alla ricollocazione della statua al suo posto.

«La sua collocazione è stata autorizzata dall’arcivescovo Bruno Forte» puntualizza lo scultore «pertanto lui non ha nessun potere di prendere certe decisioni, senza interpellare la comunità parrocchiale. Forse dà fastidio la targa dedicata al nostro amatissimo don Panfilo? Oppure questa decisione viene dall'alto?». Poi l’amarezza dello scultore lascia il posto a una personale considerazione oggetto di un volantino che ieri sera è stato distribuito ai fedeli all’uscita dalla messa: «La chiesa è dei parrocchiani e non del prete, pertanto il monumento dovrà essere ripristinato e ricollocato dove è stato inaugurato. Questa triste storia avrà dei risvolti non positivi per la chiesa perché» scrive Pollio «noi crediamo ed amiamo nostro Signore Gesù ma chi rappresenta la cristianità deve rispettare la volontà della comunità, perché la Chiesa siamo noi senza di noi non esiste».

Pollio, ex finanziere e scultore per passione, si augura che il “malinteso” con don Michele si appiani al più presto in modo da poter riassemblare l’opera distrutta dai vandali.

Raid che , presumibilmente, è stato messo a segno la notte dello scorso 2 settembre e contro il quale l’autore ha presentato denuncia ai carabinieri.

Oggi, intanto, don Michele prenderà possesso canonico della parrocchia. La cerimonia, alla quale parteciperanno l’arcivescovo Forte e molti sacerdoti della diocesi, si terrà alle 18,30 nella chiesa di San Francesco Caracciolo.