Chieti, Di Primio raduna i suoi per dire no a Di Paolo

Il centrodestra non fa accordi. E Febo incassa il no della sinistra di Raimondi Oggi il centrosinistra raduna i candidati: l’apparentamento scelta obbligata
CHIETI. Il primo giorno è già cruciale. Umberto Di Primio raduna i suoi all’Hotel Iacone di Chieti Scalo per dire no all’apparentamento con Bruno Di Paolo. Il centrodestra, che guida con 6,5 punti di vantaggio la sfida del ballottaggio di domenica 14 giugno, non farà accordi con il leader di Giustizia Sociale. Va avanti da solo Umberto Di Primio e incassa l’applauso della platea gremita di candidati, con Fabrizio Di Stefano e Mauro Febbo in prima fila. Ma Luigi Febo risponde convocando per questa sera, alle 19, all’Hotel Parco Paglia dello Scalo, l’adunata dei suoi candidati. Per il centrosinistra, che deve colmare il gap, l’apparentamento è scelta obbligata. Ma ieri, il candidato sindaco che deve inseguire il rivale ha dovuto incassare a malincuore il no di Enrico Raimondi, cioè della sinistra teatina.
I due si incontrano in modo informale sotto i portici del Gran Caffè Vittoria. Febo parla, Raimondi ascolta e il fotografo li immortala. Ma non c’è feeling. «Non mi apparento», dice l’uomo della sinistra. Con i pentastellati di Ottavio Argenio va persino peggio: nessun contatto con Febo e, anche se avvenisse, il candidato a cinque stelle risponderà così al Pd: «Niente accordi. Anzi dico ai miei elettori di non votarvi».
La strada è in salita per Febo, ma il candidato sindaco del centrosinistra da ieri ha decisamente preso in mano le redini dell’ultima corsa. Alle 19 ha convocato i rappresentanti delle sue sette liste nella sede elettorale di piazzale Marconi allo Scalo. E da loro si è fatto dare carta bianca per trattare con l’ago della bilancia, cioè con Di Paolo che non aspetta altro. Oggi, come si diceva, Febo cercherà il via libera sotto forma di applauso collettivo anche dalla platea dei candidati delle sue sette liste. Mentre vertici del suo partito dichiarano: «L’imperativo è non possiamo non vincere». A parlare però non è Luciano D’Alfonso che ieri si è tenuto a distanza di sicurezza da Chieti. Ma lo stesso vertice subito dopo aggiunge: «Prevale la linea dell’apparentamento».
Che dice Di Paolo? Il suo quasi 9 per cento basta e avanza per garantire la vittoria a Febo soprattutto se si considera che i voti di Giustizia Sociale sono numericamente sempre gli stessi nelle ultime tre elezioni, sono cioè controllati e garantiti uno per uno. Di Paolo fissa subito le regole: oggi radunerà i suoi candidati. E domani incontrerà chi dei due vorrà proporgli l’apparentamento o l’accordo politico. Ma Di Primio risponde: «Io non lo incontro».