Chieti, ecco le 298 croci dei licenziati di Villa Pini

La protesta: in via dei Frentani spunta il cimitero dei dipendenti. L’Ugl: metteteli in mobilità, sostegno ai senza reddito

CHIETI. Centinaia di croci bianche, una per ogni dipendente di Villa Pini tra i 298 licenziati lo scorso maggio dalla curatela fallimentare. Quasi 300 posti di lavoro fra cui molti impiegati e autisti, ma ci sono anche infermieri e medici, che rischiano di svanire lasciando in qualche caso intere famiglie senza reddito, visto che tra i 298 ci sono anche coniugi che dipendevano dall'azienda del fallito Vincenzo Angelini. Ciascuna con l'iscrizione della specialità del dipendente o della dipendente licenziata, le croci campeggiano dall'altro ieri ai margini di via dei Frentani su ambedue i lati dell'ingresso alla casa di cura acquista dalla spa Santa Camilla, una cordata di imprenditori della sanità che nel settembre 2013 siglò un accordo con i sindacati per la riassunzione entro il 2014 di 466 dei circa 650 dipendenti in carico alla precedente proprietà. L'iniziativa di piantare una croce per ogni persona licenziata è stata degli iscritti dell'Ugl, che insieme alla segretaria regionale di Ugl-Sanità Giovanna De Amicis hanno messo in scena un sit- in davanti alla clinica. E all'invito ha risposto Silvio Paolucci, che alcuni danno per probabile assessore alla Sanità nella giunta che il neo presidente Luciano D'Alfonso ufficializzerà nei prossimi giorni. «Ho partecipato», spiega Paolucci, «per significare la vicinanza del governo regionale ai lavoratori colpiti dal licenziamento. Non siamo indifferenti», aggiunge, «a questa vertenza, sulla quale stiamo raccogliendo tutta la documentazione finora prodotta per approfondire la questione e contribuire a una soluzione». 123 dei 298 licenziati dalla curatela lavorano oggi a Villa pini con contratto part-time, ma l'espulsione ha comportato il dimezzamento secco del reddito per la parte integrativa erogata come contributo sociale di sostegno. «Soprattutto tra i restanti 175», spiega De Amicis, «la disperazione per la discesa a zero del reddito ha già causato disagi psicologici e biologici, siamo di fronte a famiglie che precipitano nel baratro in cerca di quell'aiuto che siamo sicuri potrà venire anche dalla buona politica». L'iniziativa dell'Ugl punta al cuore del problema innescato dal fallimento di Villa pini. «Per tutti questi lavoratori chiediamo la messa in mobilità, con l'opzione di assunzione in altre aziende del gruppo a condizioni fiscali agevolate. Ma soprattutto», sottolinea la numero uno di Ugl-Sanità d'Abruzzo, «occorrono in aggiunta misure alternati vedi sostegno al reddito, visto che la cassa integrazione in deroga non è stata rifinanziata, è una scatola vuota».

Francesco Blasi

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