sanità

Chieti, il farmaco è costoso, la Asl non lo compra

La protesta di una lettrice che ha la madre con l’epatite C. Il prezzo? 19mila euro al flacone

CHIETI. Quando il dio profitto schiaccia anche il diritto alla salute. È vero, i farmaci guariscono le malattie, ma quando sono troppo costosi? È il caso che ci segnala una lettrice del Centro che ha la mamma malata di Epatice C. Una forma grave e avanzata che però potrebbe stabilizzarsi utilizzando un nuovo farmaco autorizzato in Italia dallo scorso dicembre. Ma la medicina, dai costi proibitivi, non è stata ancora acquistata dalla farmacia della Asl teatina. «Scrivo alla vostra redazione nella speranza che possiate aiutarci a capire perché l’Azienda ospedaliera di Chieti non dispone del nuovo farmaco per la cura dell’Epatite C, nonostante la recente disposizione dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) del 5 dicembre 2014 che ha autorizzato l’utilizzo del sofosbuvir nel nostro Paese e la conseguente rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Per molti malati, tra i quali mia mamma, questa è l’ultima speranza di vita». Una speranza negata alla maggior parte dei contagiati dal virus considerato che ogni singola pillola di questo farmaco «salvavita» costa oltre 600 euro. Il flacone intero costa 19 mila euro e un ciclo completo da 12 settimane di cura 60 mila. Una cifra esorbitante che difficilmente la Asl riuscirà a coprire per soddisfare il numero di richieste sul territorio teatino. Il nuovo farmaco consente di curare la maggioranza dei pazienti con Epatite cronica C, «sradicando» il virus anche nelle forme avanzate che portano al trapianto, evitando la temuta reinfezione dell’innesto epatico che vanifica troppo spesso il successo del trapianto stesso. Una rivoluzione terapeutica, ma per chi se il servizio sanitario locale non è in grado di assicurarlo nella sua farmacia? La Regione, in una delibera dello scorso 10 dicembre, ha autorizzato all’approvvigionamento del farmaco 7 centri del sistema sanitario abruzzese, Chieti compresa. Ma in realtà il medicinale non è stato ancora acquistato. Abbiamo tentato di contattare i vertici della Asl teatina e il responsabile del servizio farmacia, per capire le ragioni di questa grave ingiustizia ai danni dei malati di Epatite C, ma senza avere risposta. «Quella medicina costa troppo» ribadisce la lettrice. Ma al di là del prezzo, alle case farmaceutiche andrebbe ricordato che la salute è un diritto e che un farmaco non può essere più prezioso della vita umana.