Chieti, negata l’assistenza domiciliare a una 90enne

29 Luglio 2015

La cooperativa Azzurra non ha più fondi e taglia i servizi a centinaia di anziani. Il marito: non verranno più a casa a medicare e consegnare i farmaci salva vita

CHIETI. Lei, 90 anni, malata di Alzheimer da tre, lui 85 anni, con una volontà di ferro, ma la salute minata da una grave patologia cardiaca. Una coppia teatina d’altri tempi dove ognuno si è preso cura dell’altro nei momenti più difficili del loro cammino. Che ora rischia di trasformarsi in un calvario a causa dei tagli sull’assistenza sanitaria domiciliare fornita dalla cooperativa Azzurra. Mancano i fondi e così, da qualche giorno, alla moglie, sono state sospese le medicazioni in casa delle piaghe da decubito. Cancellata anche la consegna a domicilio di farmaci salvavita e alimentazione speciale.

«Ho deciso di raccontare la nostra storia al Centro» spiega Marcello Amati «perché non siamo i soli a patire i colpi di mannaia che vengono inferti sulla sanità pubblica a danno degli anziani con gravi problemi di salute». Cinque anni fa la diagnosi della malattia che in breve tempo ha costretto la moglie novantenne all’immobilità assoluta. «È una donna che purtroppo ha perso completamente i contati con la realtà» racconta il marito «la permanenza a letto le ha procurato delle dolorose piaghe da decubito e siamo costretti ad alimentarla attraverso il sondino naso-gastrico. Ha bisogno di cure e attenzioni 24 ore su 24 e io non la lascio un momento da sola».

In base ai nuovi tagli ora dovrà essere il marito a seguire l’iter burocratico per ottenere e ritirare medicine e alimenti alla farmacia del’ospedale. «In teoria doveri essere io a recarmi dal medico di famiglia, farmi prescrivere la ricetta con la quale poi andare al policlinico per ritirare farmaci e alimentazione. Ma io ho 85 anni e non sono in grado di occuparmi da solo di questi incarichi. Sono stato operato al cuore» confida «e andare in giro per ambulatori e ospedali con questo caldo potrebbe essermi fatale. È proprio vero» aggiunge con l’amaro in bocca «i tagli alla sanità ricadono sempre su coloro che hanno meno potere e maggiori difficoltà a vivere».

Il caso, assicura il signor Amati, è stato segnalato anche al Tribunale per i diritti del malato. «Ho inviato tutta la documentazione di mia moglie e la mia» riferisce il pensionato «ma non ho avuto ancora risposta in merito. So bene che la cooperativa Azzurra non ha colpe. Ma i veri responsabili di questi disservizi dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e impedire che l’anello più debole della società, gli anziani, debbano passare quel che resta della loro vita nell’angoscia e nel disinteresse di chi amministra».