Chieti, raggirati gli anziani della casa di riposo

Libretti postali svuotati di 130mila euro: il pm chiude il cerchio su tre operatori indagati per circonvenzione d’incapace
CHIETI. Tre indagati per 130 mila euro spariti, nel giro di pochi mesi, dai libretti postali di cinque donne anziane ricoverate e assistite nella Casa di Riposo di piazza Garibaldi. L’inchiesta della procura di Chieti è arrivata al giro di boa. Entro il 18 febbraio il pm, Lucia Campo, deciderà se chiuderla oppure chiedere al gip altri sei mesi di indagini. L’ipotesi di reato verso i tre operatori, nessuno dei quali appartiene ai vertici dell’ex Ipab, è circonvenzione d’incapace. Significa abusare dei bisogni o dell'inesperienza di persona in stato d'infermità o deficienza psichica, per procurare a se stessi oppure ad altri un profitto o un danno. E’ un reato punito con la reclusione da due a sei anni e con una multa fino a 2 mila euro.
I tre, tutti appartenenti alla categoria dei semplici operatori sanitari degli Istituti riuniti San Giovanni Battista, avrebbero fisicamente accompagnato alle Poste le cinque donne per ingenti prelievi che, stando ai risultati delle indagini, non avevo motivi validi per essere fatti. In uno dei cinque casi, un’anziana vittima avrebbe prosciugato i propri risparmi di ben 55 mila euro.
La denuncia circonstanziata, partita alla fine di marzo dello scorso anno, era firmata dell’ex commissario della Casa di riposo, Concezio Tilli, poi sostituito, tra le polemiche del centrodestra, dalla giunta D’Alfonso che al suo posto ha nominato Dario Recubini. Ma il cambio al vertice dell’ex Ipab non ha comportato alcun ostacolo per gli investigatori che, nel frattempo, hanno avviato indagini su altri casi sospetti mentre, quasi contestualmente, il tribunale ha proceduto alla nomina di tutori o di amministratori di sostegno per gli anziani coinvolti come parti offese nel giro dei libretti di risparmi svuotati. E’ un passaggio, quest’ultimo, sostanziale per sostenere l’ipotesi d’accusa di circonvenzione di incapace, reato che peraltro procede d’ufficio. I nuovi casi che stanno emergendo anche in questi giorni potrebbero spingere il magistrato a chiedere una proroga di altri sei mesi di indagini. E la proroga potrebbe chiamare in causa un quarto personaggio, appartenente alla sfera dei vertici dell’ex Ipab, che finora non è stato iscritto nel registro degli indagati a differenza dei tre infermieri che, sempre secondo le indagini condotte in sinergia dalla Guardia di Finanza e dalla Pg della procura, avrebbero speso una parte delle somme prelevate dagli anziani per pagarsi persino le vacanze estive. Ma sulla Casa di riposo non pende solo la spada di Damocle dell’inchiesta. Da gennaio gli operatori sono anche senza stipendio. Questa però è un’altra brutta storia.