Cocaina da Napoli in due mesi patteggiati 40 anni

Oltre settanta indagati nell’inchiesta di carabinieri e Dda i capi saranno giudicati con il rito ordinario
VASTO. Gli ultimi a patteggiare la pena di 4 anni e 8 mesi due giorni fa sono stati Guerino Cerelli e Loreta Spinelli, entrambi di Pescara, difesi dall’avvocato Raffaele Giacomucci. Lo stesso legale il 13 luglio assisterà in aula Sandra Martusciello. Ma sono ben 60 gli indagati della maxi operazione antidroga “Tramonto” che davanti a prove inconfutabili raccolte dal procuratore capo, Francesco Prete, e dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani, hanno deciso di ricorrere al rito alternativo per ottenere una pena più leggera. Un fatto singolare che rende merito agli inquirenti. Le richieste di patteggiamento sono state presentate dagli avvocati Giovanni Cerella, Alessandro Orlando, Nicola Chieffo, Felice Marco Nozzi, Paolo Marino, Marco Di Giulio, Alessandro Campobasso, Pasquale Provenzano e Giancarlo De Marco.
Patteggiati in due mesi più di 40 anni. In realtà tutti i 74 coinvolti nella maxi operazione scattata il 10 gennaio 2012 in sei regioni, hanno cercato di patteggiare. La richiesta, però, è stata rigettata dal procuratore Ciani per le figure apicali. Se riconosciuti colpevoli, rischiano condanne dai 10 ai 25 anni di carcere. I tempi per il giudizio immediato sono scaduti. Gli indagati saranno quindi giudicati con rito ordinario.
L’operazione antidroga, coordinata dal procuratore capoPrete e dal colonnello dei carabinieri, Giuseppe Cavallari, ha impegnato per un anno 300 carabinieri. In collaborazione con i colleghi della Dda, la direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, i militari hanno messo a nudo una capillare organizzazione malavitosa gestita nel Vastese con il ricorso a 1.800 ore di intercettazioni telefoniche, 650 ore di controlli ambientali e 650 ore d’intercettazioni informatiche. Oltre alla condanna, molti accusati rischiano di perdere anche beni materiali e immobili come accaduto di recente alla coppia di nomadi vastesi che si è vista confiscare la lussuosa villa da un milione e 200 mila euro di via dei Bontempi.
La Procura di Vasto, infatti, è decisa ad applicare anche in questo caso l'articolo 12 sexies del decreto legislativo 356 del 1992. Il valore dei beni sequestrati nell’operazione Tramonto ammonta a oltre 3 milioni di euro. Le indagini dei carabinieri sul patrimonio degli indagati ha rivelato che molti di loro pur risultando disoccupati e a reddito zero possedevano auto e moto di lusso, terreni e appartamenti. Diversi i sequestri fatti in Campania e nella Capitale. E poi ci sono i conti correnti. Uno degli indagati aveva assegni per oltre 22 mila euro. Alcune proprietà sono intestate a prestanome. Per tornare in possesso dei beni i titolari dovranno giustificarne l’acquisto. Un esercito di avvocati sta provando a trovare la soluzione ma la Procura di Vasto è determinata a dare un messaggio chiaro e deciso: l’illecito non deve premiare. La vicenda è destinata ad andare avanti fra ricorsi e contestazioni.
Intanto la magistratura vastese continua a tenere alto il livello di guardia per arginare lo spaccio di stupefacenti nel comprensorio. Vasto è stata definita dal procuratore Prete “crocevia dello spaccio”. La politica locale chiede per questo un adeguato numero di forze dell’ordine e la permanenza del tribunale.
Paola Calvano
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