Comune Chieti, il vicesindaco Di Paolo "Metà degli impiegati non merita lo stipendio"

Il vice sindaco torna all'attacco: molti non meritano lo stipendio

CHIETI. «La politica cittadina e l'apparato burocratico del Comune devono cambiare marcia perché questo vuole la gente. Non salvo neanche i dipendenti comunali, almeno il 50% di loro non meriterebbe lo stipendio». Il vice sindaco e assessore al Personale Bruno Di Paolo, aggiunge pepe sulla querelle in seno alla maggioranza. La coalizione di centro destra, nel dettaglio, si è divisa proprio sulle affermazioni rilasciate dal vice sindaco e leader di giustizia sociale. Che ha accusato i dirigenti di «manifesta incapacità» chiedendo la testa di cinque professionisti sugli otto a libro paga del Comune.

Questo perché, secondo Di Paolo, i dirigenti portano in ritardo all'attenzione della giunta documenti, invece, fondamentali per il prosieguo dell'attività amministrativa. Chiaro il riferimento del vice sindaco alla mancata certificazione del Patto di stabilità da parte del collegio dei revisori dei conti che comporterà sanzioni pesanti per il Comune, come il blocco delle assunzioni per l'intero 2012. Una catastrofe specie per 28 dipendenti a tempo determinato che restano con un piede e mezzo fuori da palazzo d'Achille.

Il leader di Giustizia sociale non l'ha presa bene ed ha affondato il colpo puntando il dito sui dirigenti. Non pago, adesso, chiama in causa anche i dipendenti del Comune. «Un buon 50% di loro non meriterebbe lo stipendio mensile. Ci sono logiche di lavoro vecchie» tuona Di Paolo «che vanno modificate per non compromettere il futuro della nostra città che sta vivendo una fase economica e sociale molto difficile».

Il vice sindaco non sembra preoccuparsi più di tanto neanche della dura reprimenda arrivata dal sindaco Umberto Di Primio. Il quale ha preso le distanze dalle affermazioni di Di Paolo invitato ad un maggiore senso di responsabilità e a non scaricare le colpe sugli altri. «Con il sindaco ho un buon rapporto e forse sono alcune persone che vogliono metterci l'uno contro l'altro per fini propri. Io dico quello che penso per il bene della città» afferma Di Paolo «e non prendo ordini da nessuno, sia chiaro a tutti».

Un messaggio che è intriso di significato politico. Questo perché Giustizia sociale, il partito politico fondato dal vice sindaco, ha una propria identità e un ottimo seguito specie nel capoluogo teatino dove continuano a crescere i consensi. Nell'imminente tornata elettorale la creatura politica di Di Paolo potrebbe stringere alleanze anche con partiti diversi dal centro destra con cui, al momento, governa la città. È già capitato al Comune di Vasto e la cosa non fece piacere alla maggioranza, Pdl in primis. Non a caso l'intergruppo consiliare composto da cinque consiglieri non ha perso tempo per bacchettare il vice sindaco accusato di non fare il suo lavoro di assessore al personale. «Insieme dobbiamo compiere un salto di qualità dalla politica- dice Di Paolo- ai dirigenti che al contrario nostro non sono giudicati dall'elettorato».

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