Comune senza fondi Palazzo Lotti finisce sul mercato

Dall’asta l’ente punta a ricavare 900 mila euro l’assessore Di Naccio: i soldi li usiamo per le scuole

LANCIANO. L’amministrazione comunale mette in vendita Palazzo Lotti per fare cassa. Sono falliti tutti i tentativi di riutilizzare la storica residenza signorile, risalente alla prima metà del 1800: dapprima è stata sede degli uffici di alcune associazioni culturali, poi avrebbe dovuto trasformarsi nel Museo della musica e infine era papabile come nuova sede dei vigili urbani (poi trasferiti nel quartiere San Giuseppe). Il verdetto, però, era sempre lo stesso: troppo costosa per le casse comunali la ristrutturazione del palazzo di largo del Malvò, che vanta fregi e colonne in stile dorico.

Così adesso la residenza ottocentesca sarà venduta. Palazzo Lotti è il pezzo forte del piano di alienazioni per il 2012 (che dovrà essere ratificato dal consiglio comunale insieme al bilancio di previsione), che prevede la messa all’asta di sette immobili - ex scuole, appartamenti e fabbricati in abbandono - di proprietà comunale per un totale di 900 mila euro. Chi vorrà aggiudicarsi la residenza signorile dovrà sborsare 410 mila euro, tanto è il valore stimato dai tecnici comunali. In più dovrà farsi carico di rimetterla a nuovo perché, malgrado il buono stato esteriore, l’immobile è ormai nel degrado.

«Per via delle sue peculiarità architettoniche abbiamo dovuto acquisire il vincolo della Sovrintendenza prima di poter mettere in vendita Palazzo Lotti», spiega l’assessore al patrimonio, Antonio Di Naccio, «questo ci ha fatto ritardare di sei mesi il piano delle alienazioni. Purtroppo il Comune non aveva molte possibilità: se avessimo voluto destinarlo ad uffici pubblici avremmo dovuto prevedere ascensore e adeguamento sismico, ma i vincoli architettonici sono troppo stringenti. Intanto il palazzo inizia a cadere a pezzi: servono interventi per il tetto e c’è il problema dei piccioni. Tenerlo lì avrebbe significato vederlo deperire, invece un privato può farlo rivivere. È stata fatta tutta una serie di valutazioni prima di metterlo in vendita. E qualcuno interessato già c’è».

Sul prezzo il Comune è disposto anche a trovare un accordo. «Se non si riesce a venderlo al prezzo stabilito, possiamo procedere a permute», precisa Di Naccio, «come contropartita il privato può realizzare opere pubbliche».

I 900mila euro che deriveranno dalla vendita degli immobili (altri trenta sono pronti per andare all’asta nei prossimi due anni) saranno utilizzati per gli investimenti, poiché altre risorse in bilancio non ci sono. In particolare per l’edilizia scolastica. «Saranno appaltati lavori per 400 mila euro per la messa in sicurezza delle scuole elementari di Olmo di Riccio, Eroi Ottobrini e Marcianese», ha annunciato in consiglio comunale l’assessore Di Naccio, «mentre sono stati approvati i progetti definitivi per Madonna del Carmine e Fosso San Giacomo. Anche se l’amministrazione comunale ha commissionato uno studio di fattibilità per la costruzione di una scuola nuova tra le contrade di Villa Andreoli e l’Iconicella che possa ospitare 90 alunni: quelli esistenti sono edifici obsoleti e inadeguati per ospitare dei bambini. Piuttosto che spendere soldi per ristrutturare edifici non adeguati, sarebbe meglio costruirne di nuovi più dignitosi e sicuri».

Stefania Sorge

©RIPRODUZIONE RISERVATA