Comuni e sindacati: no alla chiusura dell’Acs

Atessa, nasce un coordinamento tra sindaci e forze sindacali per impedire che l’azienda vada via

ATESSA. Un coordinamento di sindaci, organizzazioni sindacali e forze del territorio per scongiurare il trasferimento e la chiusura delle fabbriche del comprensorio. La disperazione dei 23 lavoratori Acs, fabbrica dell’indotto automotive che produce spugne per i sedili Ducato e che ha annunciato a breve la chiusura dello stabilimento abruzzese per trasferire la produzione a Cassino, arriva in aula di Consiglio a Lanciano dove è stato predisposto un tavolo anticrisi da parte di sindacati, lavoratori e otto Comuni del frentano.

L’impegno dei Comuni, primo e unico argine alla crisi e alla disperazione delle famiglie, è quello di tentare di convincere a più livelli che la Val di Sangro è forte solo se conserva tutte le fabbriche dell'indotto. Se uno dei tanti tasselli costituito dalle fabbriche-satellite dell’indotto cede, allora si mette in crisi un territorio vastissimo con tragiche ripercussioni sull’economia locale e regionale.

L'iniziativa del coordinamento di Comuni e forze sociali è partita dalla mozione del 12 settembre scorso del consigliere di “Uniti per Lanciano”, Alex Caporale. Di qui il coinvolgimento dei Comuni di Roccascalegna, Pietraferrazzana, Santa Maria Imbaro, Atessa, Castel Frentano, Perano, Mozzagrogna e Lanciano, assieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil per «fare massa critica» e attirare l’attenzione sul problema della delocalizzazione dell’Acs. Il timore di tutti è che la decisione dei vertici di questa piccola azienda dell’indotto automotive possa aprire la strada anche ad altre realtà.

Il caso Acs è inoltre atipico. Secondo gli stessi lavoratori il lavoro c’è dal momento che l’azienda produce spugne per i sedili realizzati dalla Isringhausen e destinati a loro volta alla Sevel, la fabbrica del Ducato. L’investimento da 700milioni di euro per il restyling del furgone dei record annunciato lo scorso luglio dall’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, non farebbe che aumentare le speranze che la Sevel continui a mantenere il lavoro e tutte le sue commesse e piccole produzioni in Val di Sangro. Proprio alla Isringhausen e alla Sevel si rivolgerà il sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti. «Quando ci è stato chiesto di fare dei sacrifici e ospitare lavoratori di altre zone», ribadisce Cicchitti, «il nostro territorio ha sempre dato e si è sempre fatto trovare pronto. Adesso è arrivato il nostro turno». «Dobbiamo evitare che decisioni come quelle dell’Acs», sottolinea il vicesindaco di Lanciano, Pino Valente, «si ripetano e stiamo tentando di farci sentire su più fronti. Nessuno ha fatto false promesse a questi lavoratori, ma se c’è una piccola speranza di salvare il salvabile vogliamo tentarla con forza».

Daria De Laurentiis

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